domenica 2 gennaio 2011

La banca dei blasfemi è la vera riforma, lo IOR no.


J. Swift, un uomo che la sapeva lunga.


Bene, lasciamo che inizi l'anno nuovo e che i contabili si riposino dopo la nottata del 31/12/X (dove X sta per '10) passata a rivalutare tutto l'attivo a fair value e a redigere ratei e risconti vari, mentre sulle loro scrivanie si accumulano piani di investimento (acquisto macchinari, accensione mutui...) depositati da docenti universitari che godono nel creare "esercizi" contabili che iniziano l' 1/1/X+1 (a proposito, io sarei per una petizione che cambi la notte di San Silvestro in "la notte del contabile", a memoria della schiavitù che incatena questa categoria durante il fatidico cambio di data).
Beh, ad ogni modo, l'articolo di quest'oggi va a collegare un tema fresco fresco di settimana con un saggio scritto da Jonathan Swift nel lontano "non ne ho idea ma suppongo all'incirca" 1720. Il 2010 si è chiuso con il Sole24Ore che recitava: Il Vaticano non è più un paradiso fiscale. Lo IOR chiude l'era dei segreti e dei "sacri bonifici"; Benedetto XVI ha emanato infatti una serie di leggi che dovrebbero rendere l'istituto cattolico più trasparente e conforme alle caratteristiche necessarie per essere compreso nella white list. La disclosure papale però, oltre a lasciare perplessi su quanto sia effettiva e non soltanto formale, è comunque poco d'aiuto nella lotta alla crisi finanziaria di questi giorni: alle banche serve maggiore liquidità, non maggior carta stampata.

Il buon Jonny Swift, nel Saggio sulle bolle inglesi del Sig. Thomas Hope, parlava di un progetto riguardante la creazione in Irlanda di un istituto finanziario mezzo statale mezzo privato veramente alternativo e profittevole: la banca della bestemmia. Guardando oggi la crisi nel paese della Guinness, quanta lungimiranza in poche righe: "Sottoscrivere azioni bancarie senza conoscerne il progetto, è come se dei gentiluomini approvassero dei discorsi senza conoscerne il contenuto" afferma l'autore irlandese, aggiungendo che senza la tutela di una legge statale le banche, pur possedendo garanzie come i possedimenti terrieri, non reggerebbero ad una corsa agli sportelli e di conseguenza ai fallimenti: Basilea III 'sto paio di VaR.

Il progetto è così composto: i sottoscrittori privati versano (tanto) capitale che viene inizialmente utilizzato per pagare i dipendenti della banca. Questi, grazie ad una legge parlamentare, hanno il diritto di girare per le strade e multare ogni persona che bestemmia con un'ammenda di uno scellino. Swift fa velocemente due conti: l'Irlanda dell'epoca contava 2milioni di abitanti: stimando che una buona metà era adusa a far precedere il nome di una divinità con quello di un animale e suddividendo la frequenza eresiaca tra gentiluomini e contadini, lo scrittore assicura un cash flow annuo minimo di 282.500 sterline (dell'epoca) che, calcolatrice alla mano, mi risulta essere qualcosa come 5 miliardi e mezzo di bestemmie all'anno!!! Cosa fare dei soldi ottenuti? Oltre che per ripagare i sottoscrittori e pagare i dipendenti, secondo l'autore andavano utilizzati per costruire e sostenere opere pubbliche come il sistema scolastico: come fare del bene sfruttando il male.
Il progetto tra l'altro vieta tassativamente di concedere licenze di imprecazione e di usare il profitto a fini di devozione: "Tale pratica scandalosa è degna solo della Santa Sede, dove i proventi scaturiti dalle licenze concesse per il meretricio sono adoperati ad propaganda fidem": in Italia la Chiesa tassava le baldracche di Milano per costruire il Duomo. Invece, riconoscendo l'uso terapeutico dell'imprecazione nel "consentire ai polmoni di ripulirsi da umori ristagnanti", l'autore (il quale, si noti, era anche Decano della Cattedrale di St.Patrick a Dublino) sottolinea come, esibendo una ricetta firmata dal medico, sia possibile pagare soltanto mezzo scellino (cioè solo il 50% dell'ammenda); trattamento di assoluta impunibilità spetta inoltre ai militari affinché essi, in periodi bellici dove secondo le stime si registrano 300 imprecazioni all'ora, non debbano cedere le armi al Monte dei Pegni, "Giacchè i papisti e le persone a noi ostili trarrebbero grande gioia dallo spettacolo delle nostre truppe ridotte senza armi da fuoco né spade per eccesso di espressioni blasfeme."

Un progetto così profittevole dal punto di vista economico potrebbe incorrere in obiezioni da quello morale: i parlamentari saranno d'accordo con questa iniziativa? Potrebbero infatti affermare che il progetto sia possibile solo in uno Stato che incoraggia la bestemmia per fini economici: eppure i benefici non vanno a favore dei bestemmiatori, i quali anzi vengono multati per ogni santone tirato giù dal cielo!

Concludendo: questa sì che è una riforma bancaria, altro che il motu proprio del Papa! In questo modo, con una tassa piuttosto simbolica, si riescono comunque a raccogliere i fondi per far ripartire l'economia attraverso quel mastodontico piano di opere pubbliche che ricorda il modello Roosveltiano, il quale, come sappiamo, bestemmiava più di un toscano quando si tira una martellata sul dito.
... A proposito: data l'imposta sulle smadonnate, il federalismo fiscale potrebbe amplificare o meno la disparità di raccolta fondi nelle regioni italiane, a favore di Lombardia, Veneto, e Toscana? Lascio ai posteri la risposta.

Dan Marinos

2 commenti:

  1. Anche quest'anno Filippo ha perso la sfida a "chi bestemmia per ultimo a capodanno"; complice una mano a carte sfortunata.

    Comunque il biondo pargoletto migliora, ancora una limata e potrebbe anche vendere questa roba (per un equivalente di 3 goleador).
    A proposito: sulla scorta del Balassa-Samuelson sulla produttività del capitale per non-tradeable goods, ad Arezzo il Goleador costa 10 cent.

    Anonimo

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