venerdì 18 novembre 2011

L'orgoglio dei leoni



Ieri abbiamo assistito alla solita inutile manifestazione. Non ha portato a nessun risultato, tutto è esattamente come prima; forse ce ne dimenticheremo già la settimana prossima. L'unica novità è stato l'obbiettivo della protesta: la Bocconi, come primo luogo-simbolo del neo Presidente del Consiglio Monti.
Quando ho saputo della notizia mi sono gasato un sacco e ho anche sogghignato di fronte a cotanta ignoranza: mai vista una cosa simile in 5 anni, salvo quella bomba che ha avuto un effetto pari ad una cena a base di legumi. Sono corso ad iscrivermi all'evento su Facebook creato dai collettivi studenteschi che hanno pianificato l'assedio, giusto per farmi due risate e leggere le panzane che scrivevano: sorprendentemente la maggiorparte dei commenti erano scritti da bocconiani. Frasi ironiche, come chi faceva notare ai promotori de "La cultura contro la crisi" l'errore grammaticale nella frase  "Nè con Monti, nè con Tremonti". Risposte educate che spiegavano la falsità dello stereotipo del bocconiano ricco e privilegiato (buoni esempi su Wordpress e Facebook, altrettanti interessanti i commenti agli stessi). Tentativi infine di instaurare un dibattito con la controparte. E poi, tutto questo (è solo una piccola raccolta, ed evito volutamente i caps lock) :

"Vaffanculo a tutti quelli che creano problemi."
"Fate ridere merde."
"Andate a studiare."
"Siete e rimarrete solo un branco di ignoranti fannulloni!!!!"
"Andate a lavorare."
"Mi sento in ogni caso ragionevolmente rassicurato nel sapere che entro cinque anni voi poveri sottoprodotti del welfare state sarete letteralmente dipendenti dalle mie tasse."
"Scusate ma quanto siete ignoranti? :) E' evidente che non avete una minima idea di cosa è l'economia, la finanza e persino la Bocconi.[...] Comunque concludo dicendo: don't worry per il vostro futuro! Tanto ci saremo sempre noi a lavorare e a pagarvi il wellfare (sottolinatura mia) con le nostre tasse"
E improvvisamente ho smesso di ridere.

Tutte frasi ridicole, imbarazzanti. Come: Sono uno studente, lasciatemi studiare. Scommetto che poi diventerà: Sono un lavoratore di JP Morgan, lasciatemi lavorare. Va bene, vorrà dire che il giorno in cui verrai licenziato e non potrai pagare il mutuo della casa ti dirò: Sei un mendicante, ti lascio mendicare.
O ancora: Andate a lavorare merde! Difficile, quando il tasso di disoccupazione giovanile è al 29%.
Ma la peggiore rimane: Andate a studiare, non sapete un cazzo di economia!
E' vero, ed ecco il punto cruciale: il non sapere cosa ha causato un problema vieta alle persone di manifestare contro quello stesso problema?  Ovviamente no, per lo stesso motivo per cui gente che non capisce un cazzo di architettura si è lamentata del ponte di Calatrava a Venezia e gente che non ha studiato teologia o giurisprudenza si è flagellata davanti alla rimozione dei crocifissi nelle aule dei tribunali. Tuttavia, la protesta senza la conoscenza è un'azione che pur essendo legittima risulta essere totalmente sterile, perchè ha ben chiaro il danno ma non la causa. E allora, amico Wellfare, rivelaci come hai fatto a ottenere il Sapere: forse che i bocconiani nascono già economisti? Oppure a 14 anni ai tuoi genitori anzichè il motorino hai chiesto un'abbonamento (sottolineatura di una lettrice bocconiana orgogliosa) a Milano Finanza? Direi di no, è più probabile che tutto ti sia stato insegnato all'Università. Pensate a cosa sognavate di diventare quando avevate 14 o 16 anni, prima di passare il test d'ammissione alla Bocconi, e chiedetevi: "Se fossi diventato medico o designer, sarei stato in grado di capire il contratto del mutuo per la casa? Avrei saputo come quando e quanto sarebbe stata la mia pensione? Mi sarei incazzato nel sapere che lo Stato finanzia in parte le scuole private mentre la mia università pubblica fa cagare?" Probabilmente non saremmo in grado di rispondere adeguatamente nemmeno adesso, con una laurea in mano.
Oh, ecco la chiave: com'è possibile sperare di tirare avanti un paese dove l'unico modo per conoscere dei concetti base di economia o diritto è iscriversi a facoltà specifiche? Com'è si può sperare di crescere non solo economicamente ma anche culturalmente se un diciottenne crede (ed è legittimanto a crederlo, perchè nessuno gliel'ha insegnato al liceo) che una s.p.a è una società quotata controllata da un privato, come dimostrato dalle numerose interviste pre-referendum. Quello stesso diciottenne che per andare a studiare arte o fisica quantistica a Milano sale su un treno, perennemente in ritardo, gestito da una s.p.a che guarda caso non è quotata ed è controllata dallo Stato. Come puoi pensare di avere una stabilità politica se lo stesso elettore che ritiene di aver tatuata nel cuore la carta costituzionale, è convinto che il Governo venga eletto dal popolo?
Ed è questo ciò che mi fa incazzare da matti dei manifestanti, siano essi studenti o lavoratori: perchè non chiedono di introdurre lezioni di diritto ed economia nelle scuole superiori (vedi il Progetto Brocca, implementato in pochi casi dove queste materie sono impartite solo i primi due anni per due ore a settimana)? Perchè? Sarebbe ridicolo il terrore che la propaganda del capitalismo si infiltri nelle aule scolastiche per la stessa ragione per cui i libri di storia non sono scritti dai comunisti.
Questo è il primo problema dei manifestanti, e non è sarebbe stato troppo difficile fermarsi dall'invadere la Bocconi, fare un' inversione a U e andare manifestare al Ministero per ottenere un'istruzione adeguata.
E quelli che sono già usciti dal liceo? Quelli che stanno studiando medicina, letteratura, architettura; quelli che ancora si ricordano latino e la legge di Archimede, ma proprio di economia non ne hanno mai sentito parlare. Ecco la risposta del bocconiano: Andate a studiare merde!
Mai una sorpresa, mai un po' di coraggio, mai qualcosa di incredibilmente bello e clamoroso. Rimaniamo chiusi in Via Sarfatti 25, orgogliosi (anche giustamente) di appartenere al miglior ateneo italiano in fatto di economia. Siamo quelli della filosofia schifosa del "con tutto quello che pago...", splendidamente spiegata in questo commento: 

Dico solo che tutto ha un prezzo, giusto o sbagliato che sia. Magari un giorno, e lo spero davvero, non sarà più necessario mandare i propri figli alla Bocconi. Oggi offre un servizio migliore, non si puó negare: se non vuoi/puoi pagarlo almeno stai zitto e non rompere i coglioni a chi lo fa perché il mondo è ingiusto, bella scoperta!

Ma se qualcuno dice che siamo un'élite, ah! ci buttiamo per terra urlando: Siamo studenti come voi, lasciateci in pace! Lasciateci in pace un cazzo! Apriamole ste porte, facciamoli entrare in Università, apriamo un dialogo, mettiamoci in discussione. Facciamogli vedere come sono le lezioni, quali sono i nostri punti forti e dove invece vorremmo migliorare. Dove sono i tre pseudopartiti degli studenti, quelli del mojito e dei tornei di poker? Perchè non li ho mai visti organizzare un dibattito con i ragazzi della statale e della cattolica?

La gloria di Monti non discende a noi solo perchè abbiamo un badge con scritto "Bocconi".

Dan Marinos

16 commenti:

  1. Questo invece è un esempio di un buon passo avanti, non sufficiente ma comunque un punto iniziale, che ho letto sulla bacheca di un amico:
    "Cari amici bocconiani,

    sarete venuti sicuramente a conoscenza della notizia, circolata nelle scorse ore, di una manifestazione di dissenso programmata per la giornata di oggi e diretta verso il nostro Ateneo.

    Riteniamo sbagliato attaccare un’istituzione accademica, la nostra in particolare: la peculiarità della Bocconi è che gli studenti (e i docenti) vengono da ogni regione e da ogni background. Abbienti o meno abbienti. Ognuno è valutato per quello che fa e non per la famiglia da cui proviene. Siamo partecipi dei valori della nostra università e vorremmo farcene portavoce: pluralismo, confronto, libertà d'espressione sono i canoni della nostra esperienza all'interno di questa dimensione formativa, che non riusciamo a considerare come l'isola del potere, del privilegio e dell’indottrinamento.

    Vogliamo far sentire, pacificamente, una voce in difesa dei valori caratterizzanti la nostra comunità accademica. Per questo motivo ci riuniremo al Grafton Building, alle ore 10:30, per un sit-in, con lo scopo di dimostrare che la nostra università è per noi molto di più di una scuola per i "burattini dei banchieri". "

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  2. http://artearrangiarsi.blogspot.com/2011/11/profumo-di-incomprensioni.html

    La penso come te...

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  3. La conclusione è la stessa, solo che io uso più parolacce. Ma in fondo sono un bravo bocconiano.

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  4. Ciao sono Valeria Lombardi. Hai scritto un pezzo molto bello. Mi è piaciuto. Quindi non sto a sprecar parole per farti sentire importante rielaborando i concetti che tu hai saputo esplicitare benissimo. Vorrei invece rispondere alla tua provocazione ("pseudopartiti da poker e mojito").
    Sono presidente di uno dei tre, B.Lab.
    Non c'è un giorno che io non mandi una mail, abbia un appuntamento con qualche docente o amministrativo per cercare delle soluzioni ai più svariati problemi. Dall'esame che non è stato registrato al professore che non carica le esercitazioni, a quello che si fa beccare col libro all'esame, sono in scambio non mi vogliono convertire l'esame e tanto altro ancora. Il mojito non mi piace e a poker non so giocare. Alle dieci e trenta ero lì al grafton sulla panchina ad aspettare i nostri amici indignati che purtroppo non sono mai arrivati e che sai, non ci hanno mai invitato ad un dialogo sebbene i numeri di tutti i rappresentanti siano sul sito quindi non è poi così difficile. Hanno minacciato di assediare la nostra università. Che è diverso. Non mi sarei mai sognata di invitare altri studenti a discutere di un problema di cui io in quanto bocconiana non sono la causa e uno ipotetico della statale in quanto studente della statale si indigna. Questo confine da collocamento sociale grazie a dio non esiste. Per quanto mi riguarda ho conosciuto chi alla manifestazione ci andava, non quella contro la bocconi perchè quelli lì sembrano dei fantasmi senza ragioni e argomenti. Un ragazzo che alla manifestazione ci andava per il diritto allo studio. Che mercoledì ha organizzato una lotta di cuscini nella sua residenza per manifestare contro la diminuzione dei posti e l'aumento del prezzo della stessa. L'ho richiamato per sapere se lui ed i suoi amici stessero bene. Gli ho invitati in università ad un incontro che stimo organizzando per spiegare (in primis a tutti i bocconiani) che cosa diavolo è la crisi, il patto di stabilità, il ruolo delle banche.

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  5. Ti ringrazio per la risposta, davvero.
    Non credo di aver messo in discussione la qualità dei B.Lab, OS e AD nell'aiutare gli altri studenti, mi auguro che per ogni vostra mail o appuntamento a favore di uno studente o professore riceviate i giusti e meritati ringraziamenti. Come non sono della filosofia "ti ho pagato quindi voglio", mi infastidisce pure "ti ho votato quindi esigo". Siete tre partiti (e perdonami ma continuerò a chiamarvi partiti) con una forza veramente impressionante, tanto che nemmeno la CGIL anni '60 poteva sperare di rappresentare i lavoratori in maniera così vincente come voi con noi studenti. Questo non è un mio giudizio positivo o negativo, è una verità neutrale.
    Come hai potuto leggere ho apprezzato come primo passo l'incontro al Grafton: purtroppo gli indignati non sono arrivati perchè occupati a parlare con i manganelli. Ma non voglio essere il difensore degli idioti, non sto né con i manifestanti né con la polizia.
    Ciò che critico dei bocconiani (e di voi che siete i nostri rappresentanti) è la chiusura e il rispondere solo se stuzzicati. "Non ci hanno mai invitato ad un dialogo sebbene i nostri numeri siano sul sito". Ma pensa, una volta un mio compagno delle elementari non mi ha invitato al suo compleanno, allora non l'ho invitato nemmeno io, pappapero. "Non mi sarei mai sognata di invitare altri studenti a discutere di un problema di cui io in quanto bocconiana non sono la causa". Ecco un altro esempio di chiusura: il bocconiano non è la causa, quindi non è un problema suo, che si fottano quelli della statale. Perchè invece non invitarli per chiarire la questione? Ci ritengono colpevoli? Che vengano a spiegarsi e noi gli mostreremo dove riteniamo che essi sbaglino. Spiegami il perchè non ti sogni minimamente di invitare studenti della statale a discutere di questo.

    Al bocconiano non serve più sapere cosa diavolo è la crisi, il patto di stabilità, il ruolo delle banche. Sono cose basilari, ci fa gli esami ogni anno. Il bocconiano deve sapere perchè gli studenti di altre università lo disprezzano. E per essere il migliore deve dimostrare di saper affrontare la controparte, in un discorso alla pari, moderato, condiviso. Una scelta coraggiosa, sorprendente. Il coraggio di essere noi, per primi, a chiamare loro e a richiamare se non rispondono.

    O se troviamo occupato.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Il tuo articolo mi è veramente piaciuto!!! Spero che riceva la giusta visibilità... altro che quella menata che circolava i giorni scorsi su facebook!

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  8. Bellissimo articolo, come sempre...la tua vera identità è al sicuro Batman

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  9. Uno che ironicamente sottolinea la parola "wellfare" e poi scrive "un'abbonamento" con l'apostrofo non merita la mia attenzione.
    Da: una bocconiana orgogliosa.

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  10. Hai ragione, correggo entrambi.
    Grazie per la tua attenzione.

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  11. Grazie a te per l'ironia. Io però non mi sarei abbassata a sottolineare il "wellfare", e neppure "l'apostrofo sbagliato", ma visto che ci tieni alla grammatica...
    da: una bocconiana orgogliosa

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  12. In effetti in un primo momento avevo corretto entrambi. Poi ho scelto di non cancellarli, ma di evidenziare il mio così da ricordarmi che è sempre bene rileggere e riflettere sulle cose che si scrive. Lo stesso vale per chi ha scritto tutte le altre frasi, corrette o meno ma comunque abominevoli. E poi è sempre bene non prendersi troppo sul serio.

    Questo commento comunque non è affatto ironico e ti va il merito di avermi strappato la prima frase seria in 47 articoli presenti nel blog.

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  13. Non è una questione di ripicca caro Dan, se è il tuo compleanno scegli tu chi diavolo invitare. Se lo spread ci mangia vivi non è che io la prima cosa a cui penso è "cavolo dovrei assolutamente chiamare quelli della statale!". Chiusura? Sì è vero. C'è gente che piuttosto che perdere 15 minuti con altri studenti a parlare di questo rifarebbe l'orale di matefin. Ma generalizzare no. Dopo che dei tizi minacciano l'assedio noi difendiamo quelli della statale. Ma se loro nemmeno c'erano nel corteo coi fumogeni che voleva assediare la Bocconi! Guarda che non posso mica stalkeggiare porca miseria. Se hanno voglia ci diranno di sì, verranno in università con noi o ci andremo noi in trasferta una volta tanto. No? Personalmente mi farebbe un piacere! Le astrazioni, le critiche ingiustificate mi infastidiscono. I partiti? La tessera non la chiediamo. Chiamaci come ti pare, sei libero. Come io sono libera di scriverti mentre spiego per telefono a un papà lontano chilometri perchè non l'hanno messo in prima fascia al tca, mentre altra gente prende il caffè, studia, si fa lo smalto, gioca a calcetto. Dei ringraziamenti me ne faccio veramente poco! Se lo facessi per quello mi verrebbe una depressione, porca miseria. :) Poi se vorrai discutere con me di quanto è successo, di quello che ti ho scritto, contattami pure. ps: nel frattempo ho finito col papà della cleammina al primo anno, riprovo a chiamare il tizio conosciuto all'infedele che m'ha rifiutato la chiamata. Nice. V

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  14. Adesso scriverò una cosa che farà spanciare molte persone, ovvero cosa vorrei che accadesse il prima possibile.
    Vorrei che per una volta a settimana, i rappresentanti di tutte le università milanesi (salvo la Marangoni che fa schifo hahahha)facciano un tour per i vari atenei, con inviti reciproci per discutere. Alla fine del tour, questi rappresentanti si dovranon trovare a discutere e a stendere un manifesto comune e sottoscritto (manifesto fa tanto leninista, al massimo noi bocconiani lo chiameremo "lettera d'intenti") che vada a scardinare sistematicamente tutti i pregiudizi su quell'università piuttosto che su quell'altra. Verrà detto che questi pregiudizi permangono per via di sacche di profonda inefficienza e ingiustizia, e sarà come ammettere in qualche modo le colpe degli Atenei di appartenenza. Verrà infine detto, come ultimo punto, che mettere studenti contro studenti è una pratica da idioti, mentre in questo momento serve invece mostrare che c'è davvero chi butta le rivalità nel cesso e coopera. Immagina l'evento mediatico, nel senso di quale messaggio potente e rivoluzionario verrebbe mandato a tutto il resto del Paese.

    Eh lo so, è proprio un sogno.

    Ps: se ti ho convinto e lui continua a non rispondere, lo perseguito io.
    Pps: purtroppo mi trovo in un altro continente e faccio fatica a guardare La7. Cercherò di trovare la puntata nell'archivio, così da avere altro materiale per cui farvi infuriare.

    Te lo prometto :)

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  15. Mica male come idea oh.

    Perfetto. Ci mancava questa! :)

    V

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