giovedì 27 giugno 2013

Mayrock 2013: l'importante è crederci



Era giusto riattivare il blog ospitando un messagio di un amico per una causa che - come avvisa subito Stez - è di fatto questione della città di Crema. Era giusto perché è una causa che mi sta a cuore, per la stima verso chi ha organizzato il Mayrock, e perché se non l'avesse scritto lui, l'avrei scritto io. Va da sé che è un post rivolto ai cremaschi, quantunque son pronto a giurare che di eventi del genere ne sia piena l'Italia. 





Prologo
Se per te May Rock è un titolo senza senso; se il 23 Giugno 2013 non eri al Parco Bonaldi perché non credevi ci fosse qualcosa; se non conosci ScreamZine né hai mai sentito parlare del festival che ha organizzato; se non sei di Crema, del circondario, amico/conoscente del Mister, affezionato lettore o utente di ScreamZine, be’, allora puoi fare a meno di leggere questo articolo. Non per cattiveria, ma perché non capiresti. Se, invece, vuoi leggerlo a tutti i costi, buon per me: mi diverto a scrivere, e ancor di più ad esser letto.

Introduzione
Internet è pieno di puttanate colossali, lo sappiamo. Il problema vero è quando queste emigrano sulle pagine inchiostrate dei giornali. Assumono un tono, una certa importanza. E va a finire che poi la gente ci crede per davvero. Certe volte, invece, servirebbe il contrario: al posto degli occhiali per leggere da vicino, bisognerebbe indossare quelli per vedere da lontano. Perché una volta pubblicata una notizia semi-falsa, il danno è quasi fatto. Ed è a questo punto deve entrare in scena il radiografo dei fatti – non il medico del SERT, ma il fact checker. Entra in scivolata sulla balla – o panzana, chiamatela come volete – e corregge l’inesattezza.
Per stavolta, in via Del Tutto Eccezionale, numero 7, vi do una mano io. Parliamo del May Rock 2013. So che ad alcuni già esce dalle orecchie, ma mi piacerebbe chiarire alcune cose.

I fatti

23 Giugno 2013; Parco Bonaldi; Crema. Dalle 16 a mezzanotte e mezza s’è svolto il May Rock. Concerti, birre, cibo. Partecipazione: notevole – fanno fede foto e testimonianze.
Hanno detto del May Rock:
  • una manifestazione altamente politicizzata”. CAZZATA. Il May Rock è un evento ideato ed organizzato da ScreamZine, rivista a-politica, a-partitica cremasca.
  • “e’ risultato molto antipatico che vengano usati soldi pubblici per ricordare solo suo fratello”. MEZZA CAZZATA. Il May Rock, è, anzitutto, un festival, non un memorial. Il significato che gli organizzatori hanno voluto imprimere a questa giornata di concerti è ben preciso: Il MayRock è, anzitutto, un’occasione per ricordare un amico”. Tuttavia, non è né una festa privata né un funerale. È, e rimane, un evento pubblico, a cui chiunque può partecipare ed addurre il proprio significato. Molte degli spettatori presenti neanche sapevano chi era Niccolò Campi, il ragazzo a cui i redattori di ScreamZine hanno dedicato l’evento. Rimane ben diverso dal Memorial Mazzini – nel quale il cognome del defunto è precisato. Per questo motivo, è sbagliato sostenere che il Comune abbia sponsorizzato una festa in memoria di una sola persona. Il May Rock è stato molto di più, e la sua natura, come dimostrato, è molto diversa da ciò che molte persone pensa(va)no fosse.
  • ”E chi paga? Noi”. MEZZA CAZZATA. Il contributo del Comune di Crema, è innegabile, c’è stato. Ma, oltre ad esso, molte altre realtà hanno contribuito pecuniariamente: Met Levi, Naima Crema, Don Stuart (ma queste sono solo alcune). Inoltre, il Comune s’è avvalso del progetto Dote Comune.
  • “Al termine della maratona musicale si sono tenute le premiazioni del concorso e a seguire il dj set di Cino”CAZZATA. Le premiazioni per il concorso sono avvenute  seguito del concerto degli Scandals, ben prima della fine dell’evento. Inoltre, il dj set di Cino è stato sospeso, in quanto gli organizzatori, d’accordo con l’artista, hanno preferito non rischiare di danneggiare l’impianto viste le ripetute minacce climatiche.
  • ”Il pomeriggio ha visto lo svolgimento della finale del concorso Scream Music Emergency con sul palco alcune giovani realtà cremasche: Lebotomia, Silence Exile and Cunning e i rapper Brakka & Pregioman con gli Espedienti Musicali”IMPRECISIONE. Il concorso valeva solamente per i primi due. I rapper, insieme agli Espedienti Musicali si sono esibiti in una performance indipendente, sempre nel contesto del May Rock, ma che nulla ha a che vedere con lo Scream Music Emergency.
  • “La lunga maratona musicale si è svolta al parco Bonaldi dalle 15 a notte inoltrata”IMPRECISIONE. La “maratona musicale” s’è svolta al Parco Bonaldi ma è durata dalle 16 a mezzanotte e mezza – come già chiarito in precedenza. 


Morale della favola
Tutto ciò per dire, semplicemente, una cosa: ora i vari Pinco Pallino – quale sono io – hanno un’arma in più per sbugiardare i pinocchi – come alcuni degli autori delle sopraccitate cazzate. State attenti: “…this is internet. We can fact check your ass”.
Stez

p.s. Un grazie enorme (quanto le balle di alcuni) a Dan Marinos per quest’ospitata. Davvero.


Le specifiche ufficiali del concerto sono visionabili a qui: Le prime tre dichiarazioni sono visionabili qui: Le, altre, invece, sono tratte dal resoconto apparso su Crem@online, in questo articolo.


domenica 21 aprile 2013

L'Economostro si è trasferito su ilcalibro.com

OPS! Forse cercavi un nuovo intelligentissimo post dell'Economostro? Sei rimasto indietro amico mio! 

A partire dal 99esimo articolo mi troverai su ilcalibro.com, sito che aggrega diversi autori come una grande joint venture da cui poter ottenere il massimo. A partire dalla piattaforma, che non è più quel prodotto sovieticamente macchinoso che è blogspot ma il più occidentale wordpress (sto bestemmiando in indo-coreano per capire come cavolo inserire le foto su sto maledetto WP). I contenuti rimarranno comunque gli stessi: innanzitutto il maltrattamento dell'economia, ma anche della politica e della religione. L'unica cosa che non ci sarà più è il color merda di orango che voleva imitare le pagine del Sole24ore.

Le cose non cambiano, quindi, ma migliorano: puoi trovare gli aggiornamenti ai miei articoli su facebook (qua) e su twitter (quo). E se proprio ti piaceva questo blog personale, sappi che non mancheranno sorprese, di quando in quando: in fondo non si può chiudere una serie senza prima arrivare al fatidico 100!

Con tanto affetto per chi mi ha seguito, ma soprattutto per chi continuerà a farlo

Dan Marinos

lunedì 15 aprile 2013

Di quella volta al Fuori Salone in cui pensai di morire (e delle mie riflessioni economiche da panico)

Giusto per capire di che cazzo di trappola stiamo parlando.


Tutti quelli che sabato sera sono andati al fuori salone di Via Tortona a Milano hanno certamente pensato: “Qua, su questo ponte, se succede qualcosa muoio”. Il ponte in questione è una passatoia di metallo verde che permette di scavalcare la ferrovia di Porta Genova e di arrivare appunto in Via Tortona evitando così di dover fare un giro piuttosto largo per Via Savona. A causa dell’evento ultra-mondano che ha coinvolto una folla impressionante si è formata una coda allucinante dal tardo pomeriggio fino alla notte, rendendo il passaggio meno praticabile della famigerata uscita di Roncobilaccio a ferragosto.

Notevole il fenomeno di massa altamente irrazionale che ha trasformato il ponte in una potenziale trappola della morte, degna di rientrare tra le stragi dell’Heysel e della Love Parade. Il passaggio infatti è largo abbastanza per far passare, contemporaneamente e piuttosto faticosamente, 4 file di persone. A seconda di quanti volevano andare verso o andare via dal fuori salone, le file si sarebbero dovute distribuire in maniera sensata. Per esempio, al cominciare della festa, mi sarei aspettato di vedere tre file di persone in entrata e una sola in uscita. Situazione opposta a tarda notte. Equilibrio 2vs2 a metà serata. Per tutto il tempo invece la società civile ha autonomamente creato il paradosso rappresentato dallo schema qui sotto (non si può parlare di flussi e sistemi senza un cazzo di flowchart).



 Su entrambe le estremità del ponte, tre file erano occupate da gente che voleva salirvi sopra, per andare da un punto all’altro. Essendo la folla alle due estremità numericamente equivalente, e non potendo mantenere questo doppio flusso d’entrata – salvo attraverso la creazione di portali spazio temporali, ma il Pisapia ci ha messo l’Area C pure su quelle – le file si stringevano reciprocamente raggiungendo un punto di efficienza ed equilibrio esattamente nel mezzo, quando due persone che andavano ne incrociavano due che venivano. Ironia, il punto centrale era di fatto il tappo che creava l’ingorgo, il punto di massimo attrito, nodo che costringeva un centinaio o più di persone ad impiegare dieci minuti per percorrere cento metri.

Ora non voglio tirare in piedi azzardati paragoni con gli stati e le mutazioni dei liberi mercati, né voler denunciare – un po’ alla Michele Serra – i mali di un macrosistema mondiale partendo dal vicino di casa irrispettoso che parcheggia in doppia fila. Ma io su quel cazzo di ponte ho davvero avuto paura di poter morire schiacciato dalla massa o, nel tentativo di svincolarmi dalla bolgia, precipitando sulle rotaie, e mentre il mio cervello non trovava vie d’uscita ho pensato che i mercati potevano fallire non solo perché le strutture – il ponte, la burocrazia, la lentezza dei tribunali – sono pericolose, ma perché il mercato stesso può non raggiungere nemmeno sul lungo termine un vero equilibrio.

A giudicare da quanti sgomitavano, da quanti spingevano e da quanti semplicemente scavalcavano i muri e attraversavano direttamente i binari, mi domando: quello accanto a me è un homo oeconomicus, un homo sociologicus o più semplicemente un homo mentecattus?


Dan Marinos

domenica 7 aprile 2013

Economia domestica e governance tra coinquilini

Il seguente post è stato classificato dall'Associazione Mondiale CFO come
 miglior tentativo ruba-soldi categoria emergenti. 


Avevamo toccato un tema simile in quest'analisi sulla gestione della cassa durante le vacanze estive. Oggi invece parliamo dell'amministrazione dell'abitazione condivisa con altri coinquilini. Un tema piuttosto spinoso, spesso caratterizzato da ripicche, liti e accuse. Piatti sporchi, asse del cesso putrida, roba lasciata in giro, spazzatura che non si può più buttare perché diventata ecosistema protetto da Greenpeace. Ma soprattutto,  infinite discussioni sulle spese in comune. 

Innanzitutto definiamo due livelli di complessità di spesa. Quella che definiamo amica della calcolatrice è tipicamente rappresentata dai costi per le utenze, il cui importo è difficilmente contestabile in quanto accertato da un documento comunicato da terzi (la bolletta) e facilmente ripartibile tra gli abitanti della casa. Il calcolo è:
Q=I/n

Dove I è l'importo totale, n il numero di abitanti e il rapporto Q il saldo a testa uguale per ciascuno di essi. La banalità di calcolo è evidente anche ad un orango.

Il secondo livello di complessità, anche detto "chi cazzo ha comprato i wurstel?", riguarda le spese ricorrenti a destinazione non proporzionale quali le spese per alimenti. In questo caso l'acquisto di diversi beni di consumo non necessariamente coinvolge tutti i coinquilini e l'importo sullo scontrino (sempre se quest'ultimo è stato conservato) può essere frutto della somma di prodotti destinati all'intera comunità, a un sottoinsieme di essa o a singoli elementi, i quali al supermercato, già che c'erano han visto bene di comprare  la birra che piace solo a loro, il mais per la loro insalata, il dentifricio alle erbe di Caltanissetta per le serate speciali. Per capire quali fattori determinano il grado di complessità dei due livelli, ipotizziamo il fattore § (carattere che finalmente ha trovato un motivo d'esistere sulle vostre tastiere) funzione di diverse variabili quali: 

§=f(U, C, K)

dove U è l'univocità dell'interpretazione del saldo finale e dei singoli importi (ovvero l'esistenza di un documento quale lo scontrino che renda i dati inconfutabili), C la disponibilità di una calcolatrice, K la complessità della ripartizione della spesa in beni per tutti o destinati ai singoli (variabile a sua volta dipendente dal numero di abitanti della casa). 

Proprio perché le spese ricorrenti sono anche le più complicate da dividere, è necessario fin da subito attrezzarsi di sistemi amministrativi e gestionali particolarmente avanzati. La soluzione di una cassa comune è piuttosto golosa ma necessita capacità notevoli di pianificazione e gestione della liquidità dei portafogli di ogni singolo individuo. Un'altra via è quella di istituire un sistema avanzato di cash pooling, che tuttavia prevede un software contabile di un certo spessore che sappia individuare le sole spese inerenti l'intero insieme abitativo, identificare chi ha pagato per tali spese, calcolare i saldi per persona e indicare a fine mese le singole posizioni di credito e debito. Un sistema di questo tipo chiede fatica ma deve essere sviluppato e implementato il più velocemente possibile al fine di evitare che gli scazzi si ripresentino a contabilità chiusa. 

A questo punto però la domanda conclusiva nonché il vero messaggio di questo post è: chi deve occuparsi di tutto ciò, il gruppo o un singolo individuo? La scelta efficace/efficiente vuole il controllo della contabilità nelle mani di una singola persona, che operi sul sistema e riferisca a fine mese. E' quindi necessario che solo lui sappia usare il foglio di calcolo, meglio ancora se è lui stesso ad averlo sviluppato. Potenziali conflitti d'interesse? Forse. Frodi finanziarie e doppi binari di contabilità? Possibile. Per questo motivo deve essere scelta una persona dall'alta integrità morale e dalle conclamate conoscenze in tale ambito. Il suo ruolo di burocrate dello scontrino, protocollatore delle bollette e algido reclamatore di debiti è pesantemente gravato da responsabilità atroci e per questo motivo dovrebbe essere premiato con una retribuzione che appunto remuneri la sua fatica e allo stesso tempo faccia da barriera al moral hazard; pensiamo per esempio una scontistica su quanto da egli dovuto, con il premio saldato dagli altri coinquilini, o un esenzione dai lavori domestici. 

E se i vostri coinquilini ingegneri, architetti, designer o umanisti sollevano perplessità, dite loro che è la base dell'economia di impresa, mica cazzi.

Dan Marinos



sabato 23 marzo 2013

State affamati, state pazzi, statemi bene - Messaggio ai laureandi



Una cosa che mi avrebbe gasato moltissimo, ai tempi della laurea triennale, era poter fare il discorso di chiusura di sessione: peccato che per essere selezionati bisognava aver ottenuto il voto e la media più alti tra i presenti in aula (genitori e parenti compresi?), ed io non possedevo né l’una né l’altra. Per la magistrale questa usanza non era prevista, e comunque nemmeno stavolta potevo sperarci. Da questo lunedì si concluderà l’anno accademico 2011-2012 con le ultime sessioni di laurea, a cui parteciperanno persone che ho conosciuto, che ho soltanto incrociato o che disgraziatamente leggono questo blog. A questo punto, visto che non posso aspettare che mi invitino a Stanford a pronunciare “state affamati, state pazzi, statte accuorti”, dedico queste righe a voi, futuri dottori.

Questo è il vostro ultimo weekend da pischelli irresponsabili, e molti di voi saranno chiusi in casa a domandarsi come impostare la discussione: quante slide fare? cosa scrivere? come far entrare tutta la tesi in un monologo da pochi minuti? Citando un’amica: “168 pagine in 10 minuti. Poi mando il mio CV alla Edizioni Bignami.”. Non disperate e pensate che anche i più grandi sono caduti in questa trappola. Mentana, per esempio, prima di ogni servizio lungo appena 180 secondi fa una premessa di mezz’ora in cui anticipa, descrive e trae le dovute conclusioni sull’argomento: poi vi chiedete perché Cairo ha comprato La7 per pochi spicci...

Se avete scritto una tesi con vostri modelli di regressione o sondaggi su campioni di consumatori, state tranquilli e in pace con voi stessi: il 97% delle tesi empiriche contiene dati bellamente inventati pur di ottenere una minima significatività statistica (il restante 4% non si preoccupa invece di sistemare gli errori, che tanto basta laurearsi). Se invece, non sapendo correlare neppure la temperatura dell’acqua con l’angolo di rotazione del rubinetto, avete scritto un trattato dove l’unica cifra presente sono i numeri di pagina (li avete messi, vero?), allora la questione della discussione si fa ancora più difficile: o sintetizzate tutto il lavoro, oppure vi focalizzate sul capitolo più interessante dopo una breve introduzione generale. Scegliete la strategia che preferite, tanto poi il relatore vi interromperà dopo 2 minuti, già annoiato.

Ad ogni modo, tenetevi pronti all’eventualità che un membro della commissione vi faccia una domanda andando a pescare argomenti collegati con la vostra tesi da associazioni assurde. A me è capitato: “Lei dice che in Germania i bilanci dei partiti sono strutturati più come quelli di un’impresa commerciale, mentre in Inghilterra sono semplici rendiconti di associazioni: secondo lei come mai accade questo strano fenomeno, considerando le differenze tra civil e common law?” che per me voleva dire: “Lei dice che la penna è blu: secondo lei è perché il castoro è rosso mentre giugno windows allegria?”.

Ora non voglio spaventarvi, e anzi continuate a ripetere il vostro bel discorsetto per settimana prossima. Il mio consiglio però è di tenervi anche dieci minuti in cui pensare all’ultima volta che siete entrati in università, al vostro primo giorno, alla vostra evoluzione. Io per esempio ho scoperto di aver percorso un cerchio: l’ultimo giorno da studente ho conosciuto una matricola arrogante e nerd che si spacciava per esperta di letteratura e che teneva a dirmi le sue impressioni circa un noto romanzo ottocentesco; ironia della sorte, è stato lo stesso discorso con cui ho stretto la prima amicizia in università. Voi invece potreste aver compiuto percorsi, secondo rette o arabeschi, passando da comunisti a capitalisti, da poeti a frequentatori dei Magazzini (al mercoledì che è gratis), dal “vado a vivere a Londra” a “ho trovato lavoro nel mio villaggio nel sud del Molise” e viceversa. Forse ancora avete pensato che la linea più breve esistente sono due punti adiacenti, per cui siete rimasti gli stessi beoti e le stesse divette del liceo e non chiedete che un pezzo di carta e di tornare sempre a casa per pranzo.

Auguro a nessuno di voi lettori di appartenere a quest’ultima categoria, perché vorrebbe dire che avete vissuto questi tre o cinque anni come semplice contesto, come scenografia di una stasi personale che poteva altrettanto efficacemente essere ambientata in un triste ufficio, in una tabaccheria o sopra una banchisa polare. Prego inoltre che non vi accorgiate mai, magari mentre cominciate a sillabare le prime frasi tipo “mam-ma”, “cac-ca” o “chi-e-de-re fe-ri-e”, di quale concentrato meraviglioso di esperienze e opportunità sia stata l’università; perché mentre per gli altri questo è un ricordo nostalgico e felice, per voi sarà un rimpianto frustrante.

Ma sto moralizzando su una categoria che per altro non esiste, e adesso è ora di andare. Mettete giù i pastelli a cera, sputate il pongo, lavatevi le mani e andate a laurearvi. E che l’obbiettivo sia per tutti lo stesso: laureatevi e vincete il superenalotto.

State affamati, state pazzi, statemi bene.

Dan Marinos


domenica 10 marzo 2013

Monello 730





Nella parte più pratica della revisione, il bilancio di una società viene affrontato suddividendolo più per aree organizzative che per macroclassi contabili. Tendenzialmente ai neoassunti vengono affidati uno o due cicli aziendali: quello attivo/di vendita, quello passivo/d'acquisto, il magazzino... Ognuno, anche per il percorso di studi scelto, ha delle preferenze: io per esempio mi trovo a mio agio con la tesoreria e la gestione delle immobilizzazioni, mentre ho dei seri problemi cognitivi con quanto riguarda le risorse umane e la fiscalità d'impersa. Le odio, le detesto, e più le disprezzo più il fato vuole che a me vengano assegnate. Liquidazione IVA, acconto IRAP, ritenute su lavoro dipendente, ricalcolo delle ferie e dei premi aziendali. Tutta roba che il mio cervello rifiuta di capire. Freud forse mi direbbe che da piccolo ho avuto un trauma sessuale con qualche commercialista o qualche impiegato Adecco, vallo a sapere. Fatto sta che ogni volta che mi viene affidato un controllo su queste due aree, il fegato si pietrifica in una marea di bile in stile Mont Saint-Michel.

Quale gioia dunque ricevere il mio primo CUD e il mio primo Modello 730. E' successo così, all'improvviso. Stavo smanettando alla ricerca della quadratura contabile-gestionale perfetta, quando è arrivata la mail dell' ufficio HR. Urca, una busta paga improvvisa? Una quindicesima sconosciuta? No: ho da dichiarare il mio reddito, ho da pagare le tasse. E come minchia si fa?

Sfoglio il modello 730: redditi da lavoro dipendente, redditi da fabbricato... Con un'entrata a martello i ricordi di Scienza delle Finanze e Diritto Tributario fanno strage dei miei neuroni: ma allora le tasse esistono veramente! "Governo ladro e truffaldino!", penso, ma senza farmi prendere dal panico cerco subito la strategia migliore e scorro rapidamente le pagine alla ricerca della salvezza, altresì conosciuta col nome di deduzioni e detrazioni. La tattica me la insegna il buon, vecchio modello di Modigliani-Miller: alzare le spese e abbassare il reddito imponibile. Who's your God now, Government?!

Eccolo: quadro E - Oneri e Spese. Adesso compilo tutto quanto, carico tutti i costi alla faccia del cuneo fiscale che non so cos'è ma dev'essere fratello della forchetta elettorale e del volàno decisionale. Dai, vediamo un po'. Spese sanitarie: ho comprato i cerotti e il reactine per la primavera. "E sono già 20 cents risparmiati, avanti!", penso ottimista, ma ecco presentarsi caselle impossibili da riempire: Spese sanitarie per familiari a carico e per disabili e Spese per veicoli per disabili e di cani guida, Interessi per mutui ipotecari, Interessi per mutui, Spese di istruzione, Spese funebri, Donazioni ai partiti, Donazioni alle ONLUS, eccetera eccetera. Gesù, per poter compilare come si deve questo modello bisogna essere degli orfani paralitici benefattori della società. Fottuto perbenismo! Perché mai non posso includere i 7€ di cocktail offerti ad un amico già ubriaco come donazioni per lo spettacolo? Perché non posso includere nelle spese per interpretariato dei sordi il tempo dedicato a discutere col mio coinquilino grillino?

Colpito dalla delusione di non poter sfruttare una strategia fiscale coi controfiocchi, sfoglio oramai disilluso le restanti pagine quando ecco prospettarsi un quadro illuminante: Scelta per la destinazione dell'otto per mille. Sorrido con quello stesso sorriso ironico che hanno Giolitti, De Gasperi e Gramsci quando passeggiando per i vicoli con i martelli e le mazze da baseball incontrano un parlamentare appartenente alla "società civile". I pretendenti del mio 8x1000, che secondo i miei calcoli accuratissimi dovrebbe variare tra i 4€ e i 50€, sono (hahah, già rido!):

- Lo Stato
- La Chiesa cattolica
- La Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi
- La Chiesa Apostolica in Italia
- La Chiesa Evangelica Luterana in Italia
- L' Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia
- L' Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno
- L'Unione Democratica Cristiana
- L'Unione comunità ebraiche italiane
- L'Assemblee di Dio in Italia
- La Sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale.

E' scrivendo questo elenco (tra i quali ho inserito un impostore: a voi scovarlo) che la depressione mi avvilisce e mi condanna. Nemmeno l'idea di poter scegliere anche il 5% tra migliaia di fondazioni e associazioni mi può consolare. Vincerà la pigrizia sulla strategia, vincerà lo schifo sulla scelta.

E siamo solo al primo modello 730.


sabato 2 marzo 2013

Camping 5 stelle

La minaccia che purtroppo non è fantasma



L' Urban Dictionary definisce il termine camping come "the Act of staying in one spot in a map in a first person shooter videogame to gain a tactical advantage over an enemy or group of enemies. The person committing the act of camping is the camper". Poi continua commentando che c'è molta controversia riguardo alla rispettabilità di tale stile di gioco: per alcuni è intelligente e strategica, per altri è semplicemente da codardi, per non dire da stronzi ("my 50 year old mother could get that score camping like him and she's never played before")Il termine si è esteso poi per altre situazioni al di fuori della sfera videoludica, entrando così nel quotidiano pur mantenendo il significato: il soggetto rimane immobile in una posizione di vantaggio per lui e di assoluto fastidio per gli altri: "Man I gotta go take a shit" "Well, don't go camping because I still have to take a shower".

Evidentemente questa strategia è particolarmente apprezzata da Beppe Grillo, che infatti ha girato tutto il Paese con il camper (ho avuto l'onore di toccare la maniglia del mezzo quando è venuto a fare il suo show a Crema; mi ha ridato la vista e una connessione a 6 mega). "Voteremo legge per legge", dicono, e già li vedo, annidati nei loro seggi come cecchini sui monti virtuali di Call of Duty mentre prendono la mira su ogni giocatore che passa, su ogni avversario politico che propone qualcosa che non va a loro genio. La comodità di questa tattica è manifesta, e per l'appunto il camping fa incazzare tutti gli altri players, soprattutto quando sono costretti a passare da quelle parti, vuoi perché è l'unico corridoio per andare da un luogo ad un altro, vuoi perché è esattamente il punto di ripristino quando il nostro personaggio muore e viene rigenerato dal videogame (e qui, il camper è veramente un codardo bastardo). Ora si deve eleggere un governo: non ci sono altri passaggi, non ci sono alternative, Ma il Movimento pare non voler prendere iniziative, e limitandosi a "valutare legge per legge" pare non promuovere il proprio programma con disegni di legge scritti di proprio pugno.

Però in Sicilia il camping grillino funziona! E grazie al cazzo, alle regionali è il popolo a scegliere il presidente, eletto con o senza stabilità nel Consiglio. In parlamento no, il premier è nominato dai partiti. E qui sembra venir fuori un'altra strategia del 5 stelle, ovvero negare la fiducia a qualunque soluzione proposta dagli altri partiti (PD, PDL, e Monti) costringendoli a tre strade alternative:

1) il governissimo PD-PDL, che fa venire la diarrea a zampillo anche al più disinteressato di politica.
2) votare nuovamente.
3) dargli le chiavi di tutta la baracca e dire e alzare bandiera bianca.

In ogni caso il Movimento 5 Stelle non ha che guadagnare in fatto di consensi: da chi ha già molti dubbi sul PD e sulla Lega e da chi non ha vinto con Ingroia e altri. A meno che non esista la quarta prospettiva, quella che io non riesco a cogliere ammettendo, dopo la differenza tra quanto prevedevo e quanto è accaduto, che di politica non ci capisco un cazzo di niente. Mi consolo che non sono solo; a farmi compagnia ci sono cariolate di giornalisti e opinionisti. Non ricordo più chi l'ha detto, ma la frase seguente è per me il simbolo di queste elezioni che hanno fatto cadere tutti dal pero:

"Tutti, tutti ma proprio tutti i giornalisti danno i risultati al Senato in percenutale su scala nazionale. E' da qua comincia il declino."




Dan Marinos

domenica 17 febbraio 2013

No Amore, Nomura.

OMONE BAFFONE TENERONE ORSACCHIONE


Passato San Valentino, un affezionato lettore mi ha chiesto: "Hai mai pensato di quotare in borsa la tua relazione sentimentale? E poi, hai mai pensato di acquistare anche un'opzione put?". La questione è assolutamente interessante, e merita di essere analizzata separando le due domande.

Innanzitutto, perché non quotare la mia relazione sentimentale? Beh, da un punto di vista temporale, non credo che la mia storia sia già pronta per il salto nel mercato azionario. In fondo sono solo tre anni e mezzo, e sebbene non si possa più definire start-up, si può dire che sia ancora in fase early growth e non di appurata maturità. Per questo motivo semmai qualcuno volesse puntare su me e la mia ragazza, costui sarebbe un investitore esperto, come un fondo di venture capital o un business angel, con sufficiente lungimiranza ed esperienza da poter affrontare il rischio enorme e rinunciare, almeno nel breve termine, a remunerazione. In altre parole - quelle di D. Clark della Stern School of Business, che ha pubblicato a proposito venti pagine di cui come al solito ho letto solo il titolo e le conclusioni - esiste una relazione positiva tra l'età di un'impresa e la sua performance azionaria, nonostante la tendenza dagli anni '90 in avanti a quotarsi precocemente.

E anche se ci lanciassimo in un'IPO, io e la mia ragazza, cosa possiamo promettere al mercato? Per il dividend discount model potremmo far contenti i nostri investitori attraverso due strade, that is i dividendi elargiti e il capital gain, ovvero la crescita nel tempo. Ammetto di essere davvero in difficoltà, e forse qualche lettore potrà darmi una mano ad individuare quei fattori di coppia associabili ai dividendi e al growth rate; non tanto dunque elementi di valore per l'impresa in sé (cioè la coppia) ma per gli investitori.

Più facile invece è immaginare l'effetto di strumenti derivati sul rapporto affettivo. Chiedeva il lettore: "Hai mai pensato di acquistare un'opzione put?". Beh, effettivamente potrebbe risultare molto utile se utilizzato a copertura del rischio di rottura, potendo vendere al prezzo di oggi,  in un domani burrascoso e disperato ciò che oggi sento valere moltissimo. Certo che la realizzabilità del progetto è resa difficile da alcuni ostacoli, su tutti il fatto che se la mia ragazza venisse a sapere di tale copertura, e dunque sospettasse della mia mancanza di assoluta fiducia nell'amore 4ever&ever, mi mollerebbe una pizza da tre gigatoni in faccia e romperebbe seduta stante il rapporto, casuando perdite enormi sia nel caso in cui io non abbia ancora realizzato la copertura, sia se il derivato è già stato buttato sul mercato. Le ragioni fallimentari nel primo scenario sono facilmente intuibili. Nel secondo, invece, la controparte potrebbe accusarmi di aver volutamente informato la mia partner del contratto sottostante, portando attivamente la relazione vicina al default al fine di realizzare il massimo  rendimento possibile (lo stesso ragionamento vale dunque se sottoscrivessi un CDS coniugale). 

Per evitare tutto ciò, l'unica soluzione sarebbe nascondere tutto e mentire sempre:
"Com'è che sei tornato tardi ieri sera?" 
"Eh, sai, i ragazzi al lavoro mi hanno portato in un night club, cosa vuoi farci, se gli dici di no poi si incrina la fiducia reciproca del team" (non è vero, sono stato tutta notte da quelli di JP Morgan per calcolare il valore del CDS).
"Capisco...Aspetta, hai una cosa sulla spalla della giacca, cos'è?"
"E' il capello biondo di Giovanna, la segretaria disinibita del quinto piano" (balle, è il filo della cravatta gialla di Mussari, che m'ha promesso di custodire il mio derivato assieme ad altri suoi che c'ha, un posto sicuro e al riparo da sguardi indagatori).

Ma cari lettori innamorati, sapete meglio di me che non ne vale davvero la pena. E, come diceva il mio amico Oscar P., le bugie hanno le gambe corte.

Dan Marinos

domenica 27 gennaio 2013

Della fine del mondo e delle deducibili conseguenze economiche.




L'altra sera la mia ragazza ha scelto di guardare Melancholia, di Lars von Trier. A farmi accettare di buona voglia è stata l'idea alla base di un film, ovvero la minaccia di un pianeta che muove dritto verso la Terra lasciando senza speranze l'umanità. Insomma, un film psicologico che accontenta Lei con una base da disaster movie che accontenta Lui. Ed ecco infatti che la pellicola si apre con una serie di inquadrature stupende, tutte al rallentatore, con Kirsten Dunst tutta scombinata, un cavallo scombinato, un campo da golf scombinato e soprattutto un piccolo pianeta che collide con la Terra, con onde alte chilometri e una luce abbagliante che l'umanità per un attimo pensa: "toh, piove ma c'è il sole, pazzesco." e un microsecondo dopo muore. 

Al che ti viene da pensare. Innanzitutto a chi è andato corto in borsa, gabbando tutti quanti. Metti che tutti sappiano dell'arrivo del meteorite almeno un anno prima del previsto impatto, e che tutti gli scienziati siano d'accordo nel dire che no, non c'è un mezzo percento di possibilità di salvarsi. A quel punto chi ha venduto un contratto forward si trova a stappare lo spumante buono, quello che tiene lì da una vita in attesa che suo figlio si laurei o si sposi, e che ora vale la pena aprire tanto la Terra sta per esplodere e figurarsi se suo figlio trova una ragazza in un anno, sempre attaccato a fumetti e videogames. E, visto che andare corti significa assumere un debito, ne consegue che tutti i debitori benedirebbero il giorno del giudizio (a patto che il prestito scada oltre l'anno di vita utile).

D'altro canto mi vien pena a pensare a chi ha prestato il denaro, e che attende il rientro del capitale investito: dalle banche che offrono mutui per le case alla TIM che rateizza gli smartphone a 20€ al mese, quegli stessi smartphone che intaseranno la rete per un anno con foto instagram d'addio e frasi seguite da #perchèadesso e #ho17annieparcheggiarenonsaràmaiunproblemaperme. Certo il problema permane per i grossi debiti che scadono prima e non possono essere rinnovati: penso per esempio ai debiti sovrani, che ciclicamente vengono pagati con nuovo debito. Che farebbe lo Stato? Ripagherebbe tutto vendendo ai privati il Colosseo e licenziando i dipendenti pubblici, o defaulta mandando a cagare i creditori, che tuttavia sono in gran parte i suoi stessi cittadini? Un problema non banale, scoprire di non avere più i risparmi di una vita e dunque non poter spendere tutto quello che si possiede prima della fine del mondo. 

Tuttavia l'economia non è solo patrimonio, ma anche trasferimento di risorse e flussi di valore aggiunto. Il desiderio di scialacquare i propri averi sarà appunto il primo desiderio delle persone, che correranno in banca per ritirare tutto il contante (già, perché siamo nel 2012 ma le prostitute e i prostituti così come gli spacciatori, non svolgendo lavoro legale, non possono essere pagati né col bancomat né coi buoni pasto. L'Italia, Paese arretrato civilmente ancor prima che economicamente). A quel punto ci sarebbe una totale crisi monetaria, accompagnata tra l'altro da un'iperinflazione su alcuni prodotti per eccesso di domanda (su tutti mi viene in mente gli antidepressivi e le candele da chiesa, oltre al già citato mercato del sesso e della droga) e una deflazione esagerata su altri prodotti (i contratti assicurativi sulla vita, i diamanti e tutti gli altri beni che durano per sempre).

Mentre quindi la domanda varierà a seconda dei beni in questione, è interessante indagare sul lato dell'offerta. I film apocalittici insegnano che, a seguito di un disastro globale, lo scenario più attendibile è quello di un caos sociale, di piccole comunità che lottano per la sopravvivenza mentre gruppi di barbari, pirati e predoni nomadi compiono scorribande nelle periferie desolate. Ma questo è, appunto, un ragionamento ex-post; dal punto di vista ex-ante, i film non ci sono d'aiuto in quanto prevedono sempre la speranza di poter far esplodere il meteorite con una bomba atomica trivellata nel nucleo da un gruppo di operai alcolizzati del settore petrolifero. La domanda quindi è: di fronte alla totale assenza di speranza, si continuerà a produrre, a lavorare, ad investire (per lo meno sul breve)? E soprattutto, nel business delle previsioni (dal meteo all'oroscopo), ci sarà qualcuno che il giorno X-1 dirà: "domani previsto neve, ricordate le catene a bordo."?

Dan Marinos

Ps: Poi, dopo due ore e passa, mi sono svegliato. Che bella dormita ragazzi!



domenica 20 gennaio 2013

Casomai ci fossimo dimenticati dei bilanci dei partiti





Qualche settimana fa Salvini, consigliere comunale a Milano ed europarlamentare della Lega, affermava ai microfoni del TG3 che parlare dell'ennesimo scandalo di senatori corrotti era parlare del nulla. L'esponente maggiore della Lega in Lombardia argomentava tale nullità spiegando che il bilancio del Carroccio era stato certificato da una società di revisione di alta reputazione (per altro americana, quindi non legata alle trame di un partito italiano) e che nulla di sbagliato, o illegale, era emerso dai controlli. Ovviamente l'intervista si chiudeva con la solita tesi della bomba ad orologeria date le elezioni imminenti.
Ora, che tale argomentazione sia sbagliata in tutti i sostantivi, verbi e aggettivi utilizzati da Salvini, non stupisce ma fa comunque girare le palle: 1) PricewaterhouseCoopers ha effettuato una revisione parziale, limitata ad alcune voci del bilancio del partito, in accordo con la Lega stessa. 2) La revisione contabile non certifica alcunché, né garantisce la correttezza di bilancio. 3) La revisione parziale ha interessato il bilancio di partito, non dei gruppi parlamentari, regionali o altre sezioni locali. 4) Altro che correttezza, la relazione di PwC ha fatto emergere "criticità nella gestione pregressa". 5) A parte il fatto che PwC è inglese e non americana, ad effettuare la revisione non è stato certamente l'ufficio di Londra bensì uno italiano, di Milano o Roma.

Questo è un ulteriore esempio di quanto prendere per il culo gli elettori sia uno sport praticato a livello professionistico da molti politici italiani. Un'attività che prevede fasi di riscaldamento nei momenti a basso livello d'attenzione mediatica, come nel caso dell'intervista di Salvini, per poi scatenarsi in veri campionati nazionali della panzana, nei giorni in cui le prime pagine vomitano scandali e gli opinionisti si stracciano le vesti. E' qua che si vedono i fuoriclasse che sanno destreggiarsi egregiamente tra investimenti in Tanzania e grandi feste nelle periferie romane. 

Oggi viviamo in un periodo di calma, per cui le notizie circa i rendiconti dei partiti e dei gruppi parlamentari o regionali passano in secondo piano. E' quasi per culo infatti, visto che evito la sezione "Norme e tributi" del Sole 24 Ore manco fosse un esame alla prostata, se ho letto questo articolo, dove il giornalista informa i lettori dell'evoluzione legislativa a seguito degli scandali autunnali in Lazio e Lombardia. In sintesi, dal 2013 il controllo sui rendiconti dei gruppi consiliari nelle varie Regioni spetterà alla Corte dei Conti, mentre l'introduzione di revisione esterna è a discrezione della singola Regione. E' il caso per esempio del Piemonte, che nel legge 16/2012 obbliga i partiti a presentare entro il 20 febbraio al Presidente del Consiglio Regionale la nota di rendicontazione, correlata dall'opinion di un revisore dei conti non scelto ma assegnato a sorteggio. A proposito del rendiconto, questo è standard per tutte le regioni, e si trova a questo link: notare che la sezione di Gatteo a Mare del Club Alpino Italiano predispone un bilancio dotato quasi della stessa "complessità": ancora più imbarazzante è notare la somiglianza con quello che la legge imponeva ai partiti nazionali nel 1974, e che fallì miseramente il proprio compito di trasparenza ed accountability. Posto comunque che è comprensibile la scelta di contabilizzare tutto per cassa e non per competenza, fa  rabbrividire il pensiero che su un foglietto striminzito, senza alcuna spiegazione integrativa, possano passare le centinaia di migliaia di euro che i gruppi si trovano in mano; e per quanto sia apprezzabile il divieto di trasmissione di denaro tra gruppi consiliari e partiti politici, fa ridere l'elenco di spese accettabili, soprattutto quelle per "attività istituzionale", laddove non esiste alcuna definizione stringente che spieghi cosa sia e cosa non sia un'attività istituzionale. 

Siamo sempre al solito punto, che non verrà mai risolto da questa classe politica: introdurranno nuovi formulari, più o meno dettagliati, colorati, disponibili su internet, firmati dal revisore o dal Papa, ma sempre privi di principi contabili severi e inderogabili che rendano tali documenti migliori della carta con cui vengono avvolte le caldarroste del baracchino in Piazza Duomo (castagne tra l'altro che potremo mangiare soltanto nell'inverno del 2014, visto che le leggi si applicheranno ai rendiconti del 2013; quelli dell'anno passato, così carico di scandali e illeciti, sono infatti esentati dal nuovo e presunto migliore controllo contabile).

Ma tranquilli, non crediate che l'anno appena iniziato non sarà ricco di scontrini a tre zeri per cene istituzionali, festini culturali e prestazioni sessuali di rappresentanza. Anzi, facciamo una scommessa: chi sarà il prossimo che urlerà alla classica bomba ad orologeria?

Dan Marinos 

domenica 6 gennaio 2013

Fermare il Declino può dire di più


Voglio votare per un partito di schifosi pervertiti omosessuali infedeli che non hanno rispetto per la Vita e  sono a favore dell'assassinio legalizzato che è l'aborto e l'eutanasia (e che non siano capeggiati da Vendola). E' chiedere troppo?


Differenziamo, in maniera semplice e sintetica, il politico dal tecnico in quanto il primo appartiene ad un movimento o partito che ha concorso alle elezioni. Per questo Monti  è stato un tecnico ma non lo è più da qualche giorno, mentre Berlusconi pur nascendo imprenditore è stato ed è tuttora, evidentemente, un politico.

Lo stesso ragionamento si applica per Fermare il Declino, che per ora si è meritato i miei migliori auguri. Il movimento di Giannino annovera tra i suoi aderenti un numero significativo di docenti universitari. Se, come appunto spero, molti di loro dovessero essere eletti in parlamento e nei consigli regionali, ai loro curricula dovrà essere aggiunto la voce “politico” tra le esperienze professionali.

Una seconda differenza tra tecnici e politici è la vastità della gamma di obbiettivi per cui vengono chiamati ad operare. Monti è stato scelto per salvare letteralmente l’Italia dal tracollo economico, e per questo motivo ricorderemo il suo governo per le prese di posizione circa fiscalità, pensioni e struttura dell’apparato statale. Nulla invece è stato fatto riguardo ai diritti civili, che per quanto abbiano riflessi di tipo economico, appaiono decisamente più legati al dibattito politico tra partiti che all’imposizione di esperti di settore.

 Vengo al punto: se FID (o meglio, FFID – Fare per Fermare il Declino) è un movimento politico, mi attendo una posizione ufficiale che si estende a tante e diverse tematiche. Ad oggi, è chiara l’opinione di Giannino sui temi prettamente di mercato, e con uno sforzo veramente minimo si riescono a trovare altre informazioni e dichiarazioni  anche sui temi di educazione, sanità, e giustizia. Mancano però all’appello i diritti civili. Il campanello d’allarme circa una possibile confusione interna al movimento era suonato dentro di me a ottobre, quando al comizio tenutosi in Piazza San Fedele a Milano Zingales si era scagliato violentemente contro la Chiesa e Giannino era poi intervenuto a tranquillizzare i cattolici presenti. All’epoca non mi ero tuttavia inquietato più di tanto, visto che pur se non si sbilanciavano (vuoi anche per motivi di tattica politica), avevo ed ho la sensazione di sapere come la pensino Boldrin & Co. riguardo a matrimoni gay ed eutanasia. In più ad ottobre il movimento era nato da poco, per cui ancora molto c’era da costruire; così ho silenziato l’allarme ritardandone l’attivazione per il periodo elettorale. Ieri, a poco più di un mese dalle elezioni, l’allarme è tornato a suonare.

Mentre aspettavo con calma zen i 72 numeri davanti a me nell’ufficio ASL di Via Doria, ho fatto un giro sul sito di FFID. Considerando che sia il manifesto che le 10 proposte principali si concentrano sui temi di mercato, lavoro e peso dello Stato, ho pensato che qualcosa si poteva rintracciare direttamente nel forum: in altre parole se gli esponenti di spicco ancora non si sono sbilanciati riguardo ai diritti civili, ho supposto che esistesse almeno un sottobosco di iscritti e attivisti che ne discutevano. Ho dunque navigato nella sezione “altri temi” e catalogato le tematiche toccate, segnandomi il numero di post attivati e le risposte totali per ciascun argomento. Questo il risultato:

Mi si perdoni la pochezza grafica di questa tabella, ma non sono né uomo di ricerca né di marketing.

Gli utenti del forum si sono innanzitutto scatenati, per ora, su come comunicare meglio l’immagine e le proposte del partito, su come migliorare le pubblicazioni del sito internet, sull’attivazione di nuove piattaforme, su come organizzare le sezioni del movimento; è un risultato assolutamente sensato, data sia la rapida crescita di FFID sia la vicinanza con le elezioni. Altrettanto vivace è il dibattito sulle possibili alleanze e l’analisi della concorrenza (su tutti quella di Monti). Più calme invece sono le tematiche di politica estera (sia questioni comunitarie che sui conflitti mediorientali), sulla sanità e sul mercato energetico. Infine un mucchio di thread poco attivi, un po’ perché già inclusi negli spazi del forum specifici (vedi il tema sul fisco e sulle liberalizzazioni). E per quanto riguarda i diritti civili e quegli altri temi che spesso soffrono di subordinazione alle ideologie?

Due proposte di dialogo inerenti l’introduzione di codici etici nelle PA e nella politica non sono state affatto raccolte dagli utenti del forum. Miglior sorte è toccata ad un dibattito sul ruolo della Chiesa in Italia, dove le risposte all’OP sono state 8, ma ruotano tutte attorno ai due insipidi motti “libera chiesa in libero Stato”  e “date a Cesare quel che è di Cesare”. Certo, qualche folle azzarda un “eliminiamo l’8Xmille”, un altro chiude un piccolo trattato sull’importanza della Chiesa nella cultura italiana con un “pace e bene”.

Un altro thread, infine, è introdotto da:

una forza che si propone di governare questo Paese in modo credibile, oltre che di economia, fisco, finanza pubblica, giustizia e welfare dovrebbe interrogarsi anche sui temi etici e dei diritti civili! Fare x FilD su questi temi non si è espressa in modo chiaro! Facciamo lo noi qui!.

Subito è seguita la risposta del moderatore:  

attenzione ai temi etici ed i diritti civili, sono argomenti da trattare con le pinze. Purtroppo sono argomenti che implicano il parlare su cose meno concrete di economia, tasse e debito pubblico. Il rischio è che si accendano flame assolutamente evitabili e si ecceda nelle discussioni.Negli ultimi 20 anni i temi etici ed i diritti civili sono stati "armi di distrazioni di massa" con i quali si è spostata la discussione verso argomenti ed argomentazioni capziose e futili ( non ho mai assistito ad un dibattito non ideologico su questi temi ). Quindi lasciamo aperta la discussione, ma richiediamo agli utenti la massima cura nel NON offendere l'altro e non affrontare ideologicamente la discussione. Se vedremo che la discussione esce dagli schemi del rispetto delle opinioni altrui e dalla buona creanza e civiltà che contraddistingue questo forum ci vedremo costretti a chiudere la conversazione.

Forse preso dalla paura di dire qualcosa, qualsiasi fosse, nessun utente ha proseguito nel dibattito.

Per poter votare in piena serenità ritengo sia necessario conoscere quanto sia vasto lo spazio delle tematiche raccolte dalla linea di pensiero del movimento. Non è accettabile che questo sia puramente ed esclusivamente specializzato in un settore – per quanto rilevante – privando il futuro parlamentare di una guida imposta dalla democrazia interna del partito, dai risultati delle indagini e discussioni presso i suoi elettori. Perché se può essere facile far passare i diritti civili ed altre tematiche “ideologizzabili” in secondo piano data la crisi economica, non si può negare a molte di loro la medesima importanza di una patrimoniale o di una liberalizzazione del settore farmaceutico. Perché comunque sia anche i diritti civili, dal matrimonio gay, all’eutanasia, all’8Xmille, hanno riflessi prettamente economici che sarebbe giusto venissero approfonditi o denunciati dagli accademici del movimento. Perché se in parlamento ci sarà un gruppo numeroso di politici appartenenti a FFID, esso dovrà essere solido sia di fronte alle leggi di stabilità, sia di fronte agli emendamenti per l’introduzione della pillola abortiva. Perché i governi sono caduti per una manciata di voti e l’assenza di una linea ferrea facilita l’emergere di Scilipoti e addirittura li legittima.

Per trovare piacevolmente nuovi punti d’incontro, o scoprire terribili verità antiliberali, l’unica cosa da fare è scrivere sul forum, confrontarsi e domandare spiegazioni.

E vaffanculo alla moderazione: nessuna pietà per i baciapile.

Dan Marinos



Aggiornamento alla data di pubblicazione del post:
Sarà che è il giorno del Signore, ma il thread sui rapporti col vaticano si è arricchito di due nuove risposte:  una è di un seminarista in odore di sacerdozio, e l’altro è di un utente che nega l’ingerenza del Vaticano e della Chiesa all’interno dello Stato.

Cominciamo bene.