Il calcolatore di Leibniz, che ebbe vita breve in quanto poco pratico come euroconvertitore. |
La
banalità è uno scontrino del ristorante dato allo studente di economia il quale,
rispetto alla compagnia di ingegneri, medici e cazzeggianti, è ritenuto
obbligato a saper fare meglio i conti. L’apice della banalità è invece scrivere
questo esempio in un blog o in una pagina di Facebook. Ma la vita è fatta di
molti momenti banali, cari lettori, quindi non solo ve l’ho scritto ma l’ho
anche piazzato come inizio di questo post.
Asimov,
in Nove volte sette, raccontava di un
futuro lontano dove le strategie militari erano affidate interamente ai
computer in quanto l’umanità, abituatasi all’intervento degli elaboratori
elettronici, non era più in grado di eseguire le più elementari operazioni
aritmetiche. Io, nel mio piccolo, non ho alcuna remora ad usare la calcolatrice
per dividere numeri con più di tre cifre o per quozienti fuori dall’insieme
[1-5; 10 e multipli di 10]. L’importante è infatti saper gestire i numeri più
che saperli calcolare; nel caso dello scontrino di cui sopra la massima si
traduce quindi in una maggiore importanza del saper gestire il denaro che del saper
fare ripartizioni a mente. Un laureato in economia deve quindi padroneggiare il ciclo della cassa in
tutte le sue applicazioni quotidiane. Il caso più ricorrente nel periodo estivo
è quello della vacanza in compagnia. Andiamo dunque alla ricerca delle
soluzioni possibili per un’efficace ed efficiente gestione del denaro in
spiaggia.
Fondo democratico a
supporto del benessere del popolo: non
fatevi ingannare dalla terminologia sovietica, si tratta della banalissima cassa comune. E’ un metodo che funziona per importi piccoli su un numero di
partecipanti elevato, soprattutto quando la spesa è destinata ad una gamma consolidata di
prodotti/servizi. La sua applicazione classica è “la grigliata al canale”; guai invece ad usarla come fondo per periodi lunghi come una settimana al mare,
i punti di scontro sono pressoché infiniti: quanto apportare? Cosa comprare?
Chi deve conservare una così elevata quantità di denaro? Tutte questioni risolvibili
forse con un semplice processo di voto, ma ci si rende presto conto che la
maggioranza che ha deciso le quote è anche la stessa che sceglie quanto
spendere, lasciando di conseguenza una parte del gruppo sempre in minoranza. Nonostante il
patrimonio iniziale appaia elevato sarà sempre necessaria una dolorosa
ricapitalizzazione quando si è ancora al 33% del periodo feriale, riscaldando i
malumori e le tensioni sui mercati primari.
Il mercato dei
depositi interbancari: paga
chi c’ha i soldi e dopo si fanno i conti. Metodo pratico e snello, che dà ossigeno
agli spinacini che non vogliono pagare subito ma preferiscono dilazionare il
debito in rate future (per esempio offrendo birra per tre weekend di fila). Il
problema è che un numero di persone superiore a 5 genera una rete di partite
doppie che dovrebbe assolutamente essere contabilizzata con cura ma che invece
viene quasi sempre "tenuta a mente". I rischi sono anche qui molteplici: saldi
che non combaciano, schemi di compensazione multilaterali (A deve a B che deve
a C che deve ad A), catene di leverage spaventose (A chiede i soldi a B il
quale dice di prenderli da C che si rivolge a D che non ricorda di dovere quei
soldi perché ha già pagato a F quando erano al ristorante.). E a quel punto non
c’è Draghi che possa risolvere la crisi di liquidità.
Vacanze Formigonzi
(per sfigati): “Alla
fine del periodo di vacanza si fanno i conti e ognuno paga la sua quota […] uno
si fa carico dei biglietti aerei, uno del ristorante, il terzo delle
escursioni, alla fine si dice tu hai speso 10, tu hai speso 5 e compensiamo.”
Potrebbe sembrare simile al metodo precedente, solo che questa volta, al
rientro dalle ferie, i partecipanti devono dimenticare con chi hanno trascorso
il periodo. Eventuali pagamenti non conguagliati vengono regolati solo dopo l’intervento
della magistratura.
Libera scelta in
libero Stato: vietato
categoricamente pagare alla romana, qua si deve solo ciò che si è preso. Questo
comporta l’apparente soddisfazione di tutti i viaggiatori, che fanno
esattamente ciò che vogliono (e soprattutto ciò che possono permettersi). La
frase: “facciamo una cosa tutti insieme” deve diventare “facciamo una cosa insieme,
ma ognuno come cazzo gli pare”. Si va in spiaggia? Uno affitta il motorino, l’altro
la bici, l’altro va a piedi e il quarto rimane a casa che ha sonno. Usciamo
stasera? Due vanno in discoteca a caccia di figonze, due sul lungo mare a
caccia di ragazze romantiche, uno a caccia di vodka nei bar e il quinto sta a
casa che ha sonno (ma poi va a caccia di pornazzi sui canali locali). Individualismo
finanziario fino al midollo. Domanda chiave nel viaggio di ritorno: “Ma tu cosa
hai fatto di bello?”.
Agenzia La Margherita
(per smaliziati): ci
si candida volontari come tesorieri del gruppo: una responsabilità non da poco
visto che bisogna andare in giro col contante di tutti. Si risolve il problema della
sicurezza del contante col gesto brillante di pagare tutto con la propria carta
di credito. Poi, da soli, ci si reca alla cassa e si fanno sparire gli
scontrini non appena vengono battuti. A quel punto, quando i compagni chiedono quant’è,
si arrotonda sempre l’importo per creste tra il 2.5% - 5%.
Dio
vi ha dato la fede, Satana i soldi. A voi scegliere chi invitare ancora per
la prossima vacanza.
Dan Marinos
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