sabato 3 marzo 2012

A volte (pro) capita



Oggi parliamo di pro capite, che non vuol dire essere a favore del capitalismo. No, lo dico per evitare fraintendimenti, sennò poi va a finire che mi accusano di voler chiudere Famiglia Cristiana, di denigrare l’Alfa Mito e di voler usare le mie innocue centrali nucleari per bombardare Israele.
Dicevamo, pro capite: Wikipedia lo definisce in due righe come “una parola latina che significa per ogni testa. È usata nel campo statistico per indicare la media "per persona" di un certo aggregato ad es. reddito, consumo, ecc.”. Ovviamente l’economia è un settore che fa largo uso di questa misura, perché aiuta a confrontare valori assoluti come gli aggregati sopracitati: nel 2009, per esempio, il PIL del Lussemburgo era di circa 52 miliardi di euro, mentre gli Stati Uniti registravano 14 mila-miliardi. Yankees più ricchi dunque? La risposta è no (o “dipende”, ma in questo caso vuol dire che siete i soliti professori ignavi che fanno domande trabocchetto agli studenti).  Infatti gli abitanti del Lussemburgo sono solo 400mila, per cui nello spartirsi la torta-reddito ottengono delle fette decisamente abbondanti tanto da arrivare primi nella classifica dei migliori paesi per reddito-pro capite (con valori aggiustati tenendo conto della parità dei poteri d’acquisto); gli US invece rimangono indietro, alla sesta posizione. Questo nel 2009; nel 2010 incredibile sorpasso del Qatar, seguito da Lussemburgo, poi Singapore, Norvegia, Brunei…E l’Italia? Ventinovesima, tra Israele e Grecia. Eh insomma, italiani! Si può fare di meglio, non vi pare? Le soluzioni sono due: o produciamo di più e alziamo quindi il numeratore, o eliminiamo qualcuno dei 60.742.397 abitanti abbassando così il denominatore. Tipo, questi ultimi 397 qua: chi sono? Cosa fanno? Che squadra tifano? 
A dire la verità può anche capitare che un minor rapporto pro capite possa anche fare piacere. Il debito pubblico italiano è 1,9 mila miliardi di euro, cioè 32.230 euro a cranio (fonte: il contatore sulla home page di chicago-blog.it, quello con una mano anatomicamente non umana che ti punta il dito contro facendoti sentire una merda); a questo punto, in maniera opposta al caso di prima, per migliorare il rapporto il numeratore dovrebbe diminuire e/o il denominatore dovrebbe aumentare. Tuttavia, posto che avrei piacere nel veder calare ‘sti trentamila euro che devo a qualcuno, suppongo che suoni stonato sostenere che una maggiore natalità sia la giusta soluzione. 
Guardiamo un po’ nelle nostre tasche: non siamo solo debitori, qualche credito ce l’abbiamo. Per esempio, con il prestito da 130 miliardi di euro  la Grecia deve 266€ ad ogni singolo cittadino dell’Unione Europea, italiani compresi. E, da buon patriota della UE, mi sento di dire che i soldi della BCE sono pure soldi miei, per cui dei 530 miliardi di euro dati alle banche due giorni fa circa 1600 sono targati Dan Marinos (nb: ragionamento con fini puramente ludici, per favore non stracciatemi la laurea).
Ma non dobbiamo essere venali. Da sempre si dice che l’asso della manica della penisola è la cultura: attori, pittori, architetti... e scrittori. Pare che il fondo per l’editoria verrà rifinanziato per un ammontare di 120 milioni, cioè 2 euro pro capite. Bene: nel 2009 (ultimo dato disponibile negli archivi dell’Associazione Italiana Editori), sono stati pubblicati 57 mila titoli, tra cui Cotto e Mangiato della Parodi (classificatosi primo nel 2010) e Il tempo che vorrei di Fabio Volo (classificatosi 10mo). Ecco, io vorrei che quest’anno neanche un centesimo dei miei 2€ venisse buttato nel cesso; e siccome mi dicono che Fabio Volo ha registrato più di 5 milioni di copie vendute (numero medio di pagine secondo il mio calcolo in Excel: 236), rabbrividisco nello scoprire che il numero di pagine pro capite dei libri di Fabio Volo sia uguale a 20. E’ questa la cultura che dovrebbe portarci fuori dalla recessione? E’ questa l’arma che crediamo distingua l’Italia dal resto del mondo? Siamo il paese delle 8 pagine pro capite di Cotto e mangiato e dei soli 0,002 secondi pro capite di canzoni degli Elio e le Storie Tese. Vuol dire che ci vuole un paesino di 2800 persone per poter avere il sublime verso: “Perché Ok, sì, Gimmi Il Pedofilo…ma Il Pedofilo era il cognome!”.
Qualcuno potrebbe argomentare che il potere della cultura italiana sta nel mondo classico e rinascimentale. Beh, la Commedia di Dante è composta da 0,0002 versi pro capite o, assumendo una media di 11 sillabe per verso, 0,0025 sillabe per abitante: Firenze non sarebbe in grado di ottenere nemmeno un Canto.
Quante cose che ci insegna il nostro amico pro capite: il debito pro capite, il Pil pro capite, l’oro del Papa pro capite, i chilometri del TAV pro capite, il numero di notai, farmacisti e tassisti pro capite, i capelli di Sallusti pro capite… E’ un indice individualista, antropocentrico se volete, forse egoista nel tener conto delle singole persone, ma che meglio di tutti ci permette di capire noi stessi e che rende ogni cittadino uguale all’altro.
Pro capito?


Dan Marinos

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