domenica 7 aprile 2013

Economia domestica e governance tra coinquilini

Il seguente post è stato classificato dall'Associazione Mondiale CFO come
 miglior tentativo ruba-soldi categoria emergenti. 


Avevamo toccato un tema simile in quest'analisi sulla gestione della cassa durante le vacanze estive. Oggi invece parliamo dell'amministrazione dell'abitazione condivisa con altri coinquilini. Un tema piuttosto spinoso, spesso caratterizzato da ripicche, liti e accuse. Piatti sporchi, asse del cesso putrida, roba lasciata in giro, spazzatura che non si può più buttare perché diventata ecosistema protetto da Greenpeace. Ma soprattutto,  infinite discussioni sulle spese in comune. 

Innanzitutto definiamo due livelli di complessità di spesa. Quella che definiamo amica della calcolatrice è tipicamente rappresentata dai costi per le utenze, il cui importo è difficilmente contestabile in quanto accertato da un documento comunicato da terzi (la bolletta) e facilmente ripartibile tra gli abitanti della casa. Il calcolo è:
Q=I/n

Dove I è l'importo totale, n il numero di abitanti e il rapporto Q il saldo a testa uguale per ciascuno di essi. La banalità di calcolo è evidente anche ad un orango.

Il secondo livello di complessità, anche detto "chi cazzo ha comprato i wurstel?", riguarda le spese ricorrenti a destinazione non proporzionale quali le spese per alimenti. In questo caso l'acquisto di diversi beni di consumo non necessariamente coinvolge tutti i coinquilini e l'importo sullo scontrino (sempre se quest'ultimo è stato conservato) può essere frutto della somma di prodotti destinati all'intera comunità, a un sottoinsieme di essa o a singoli elementi, i quali al supermercato, già che c'erano han visto bene di comprare  la birra che piace solo a loro, il mais per la loro insalata, il dentifricio alle erbe di Caltanissetta per le serate speciali. Per capire quali fattori determinano il grado di complessità dei due livelli, ipotizziamo il fattore § (carattere che finalmente ha trovato un motivo d'esistere sulle vostre tastiere) funzione di diverse variabili quali: 

§=f(U, C, K)

dove U è l'univocità dell'interpretazione del saldo finale e dei singoli importi (ovvero l'esistenza di un documento quale lo scontrino che renda i dati inconfutabili), C la disponibilità di una calcolatrice, K la complessità della ripartizione della spesa in beni per tutti o destinati ai singoli (variabile a sua volta dipendente dal numero di abitanti della casa). 

Proprio perché le spese ricorrenti sono anche le più complicate da dividere, è necessario fin da subito attrezzarsi di sistemi amministrativi e gestionali particolarmente avanzati. La soluzione di una cassa comune è piuttosto golosa ma necessita capacità notevoli di pianificazione e gestione della liquidità dei portafogli di ogni singolo individuo. Un'altra via è quella di istituire un sistema avanzato di cash pooling, che tuttavia prevede un software contabile di un certo spessore che sappia individuare le sole spese inerenti l'intero insieme abitativo, identificare chi ha pagato per tali spese, calcolare i saldi per persona e indicare a fine mese le singole posizioni di credito e debito. Un sistema di questo tipo chiede fatica ma deve essere sviluppato e implementato il più velocemente possibile al fine di evitare che gli scazzi si ripresentino a contabilità chiusa. 

A questo punto però la domanda conclusiva nonché il vero messaggio di questo post è: chi deve occuparsi di tutto ciò, il gruppo o un singolo individuo? La scelta efficace/efficiente vuole il controllo della contabilità nelle mani di una singola persona, che operi sul sistema e riferisca a fine mese. E' quindi necessario che solo lui sappia usare il foglio di calcolo, meglio ancora se è lui stesso ad averlo sviluppato. Potenziali conflitti d'interesse? Forse. Frodi finanziarie e doppi binari di contabilità? Possibile. Per questo motivo deve essere scelta una persona dall'alta integrità morale e dalle conclamate conoscenze in tale ambito. Il suo ruolo di burocrate dello scontrino, protocollatore delle bollette e algido reclamatore di debiti è pesantemente gravato da responsabilità atroci e per questo motivo dovrebbe essere premiato con una retribuzione che appunto remuneri la sua fatica e allo stesso tempo faccia da barriera al moral hazard; pensiamo per esempio una scontistica su quanto da egli dovuto, con il premio saldato dagli altri coinquilini, o un esenzione dai lavori domestici. 

E se i vostri coinquilini ingegneri, architetti, designer o umanisti sollevano perplessità, dite loro che è la base dell'economia di impresa, mica cazzi.

Dan Marinos



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