domenica 10 giugno 2012

Le aspettative saranno razionali ma poi rivelano i finali dei film agli amici




In questi giorni sto guardando la serie televisiva Game of Thrones. Per chi non l’avesse mai visto, si tratta di un prodotto che sta riscuotendo un notevole successo quasi da far pensare ad un potenziale erede di Lost. La storia parla degli intrighi e delle lotte di potere tra nobili famiglie in un mondo medievale immaginario, dove non mancano piccole tracce di elementi magici, seppur il 99% della serie si basi su personaggi umani. La serie (per ora 2 stagioni da 10 puntate l’una) è abbastanza avvincente, con il classico colpo di scena messo sempre alla fine di ogni episodio; ogni due o tre poi c’è quell’evento shockante che piega il percorso della trama e che lascia lo spettatore basito e gasato. Tuttavia qualche idea su come proseguirà e si concluderà la storia ce l’ho, o credo di averla. Ho infatti delle aspettative che si sono create e rafforzate col tempo sulla base di alcuni punti fermi: 1) come detto, so che c’è un colpo di scena ad ogni fine puntata (quale sia esattamente non posso tuttavia saperlo); 2) arrivati alla seconda stagione i personaggi hanno mostrato quasi a pieno le loro personalità, per cui so cosa attendermi da chi; 3) sono un individuo razionale.

Questi tre punti mi fanno venire in mente le pagine sulle aspettative nei libri di macroeconomia e negli appunti di economia monetaria. Ho provato a riprendere in mano quest’ultimi: detto tra noi, mi sono chiesto se davvero avessi scritto io tutte quelle formule e come diavolo abbia potuto passare l’esame. Ho aperto il quaderno a caso e mi sono imbattuto nel modello che unisce la curva di Phillips (l’inflazione di domani è uguale all’inflazione attesa più il differenziale inatteso della produzione futura dal suo livello naturale) e la monetary policy rule (la banca centrale massimizza la propria funzione di utilità – o minimizza la propria funzione di perdita – la quale si basa sulla deviazione dell’inflazione dal suo target e sulla deviazione dell’output gap dal livello desiderato). Fuse insieme le due funzioni generano una cosa chiamata Politica Ottimale, ovvero – e qui cito me stesso di quattro anni fa: “il livello di inflazione ottimale per la banca centrale dato un target di output gap e la conoscenza delle aspettative di inflazione”. Dunque le aspettative sono importanti e differiscono dalla realtà futura quando la produzione devia dal suo livello naturale (mediamente mai, puntualmente sempre). Tramite processi matematici che mi rifiuto di ripercorrere di nuovo si può dimostrare come, secondo la PO, se ci si aspetta inflazione pari a zero allora la banca centrale troverà ottimale puntare ad un inflazione positiva. Questo ragionamento vale per altro se la banca centrale non è completamente indipendente e desideri un output gap positivo (livello di produzione/reddito maggiore rispetto a quello naturale).

Approcciandomi per la prima volta a Game of Thrones mi aspettavo un grado di apprezzamento praticamente nullo, visto che il genere fantasy non sia proprio tra i miei preferiti. I produttori della serie invece non hanno rispettato le mie ipotesi, inanellando una serie di trovate intriganti da farmi urlare: “BAM! Giù nel canestro!”, e così il punto ottimale tra io che mi diverto e loro che fanno soldi arriva puntuale come un litigio Bersani-Di Pietro. Ma forse dovrei utilizzare il condizionale: il punto ottimale sarebbe arrivato se… non mi fossi spoilerato non una ma due volte i colpi di scena più succulenti! Maledetto sia internet, dove uno non può cercare il nome di un’attrice che subito compare l’immagine di lei con un personaggio che non poteva essere ancora in vita. Dio ti abbia in gloria, utente che postando tale fotografia hai generato in me uno shock che nessuna teoria economica può descrivere.

Le sorprese in economia sono infatti una scoperta del vero, della realtà, uno squarcio nel velo di Maya (e sì che la su’ mamma l’aveva ben rattoppato). Sono il momento in cui vengono scoperte le carte, quando gli attori in gioco dicono: “Vi avevamo promesso questo, voi ci avete creduto, ma ora noi non siamo in grado di mantenerlo e dobbiamo intervenire repentinamente se vogliamo ritornare alla normalità”. E via con un’operazione di politica monetaria espansiva fatta prima che si entri in trappola di liquidità. E via con la presa di coscienza che non si può più far leva sulla spesa pubblica perché il debito è più grosso del capo ultrà dell’Atalanta (detto anche il Bocia, e a vederlo sembra davvero un personaggio fantasy). 

Attenzione però: una volta che arriva lo shock economico, noi abbiamo gli strumenti che aiutano per lo meno a capire come si è arrivati a quel punto (ovviamente 5mila anni di storia dimostrano che “imparare” non vuol dire “impedire che ricapiti di nuovo”). Capita anche nella vita quotidiana di capire cosa non è andato e di aver l’occasione di correre ai ripari, come quando da bambini si impara a non far la pipì a letto. Tuttavia con gli shock da spoiler non sempre si può capire come si svolgerà la trama fino a quel momento rivelato, tanto che siamo comunque costretti a proseguire la visione o la lettura. Vi porto ad esempio quanto mi capitò quando, per abitudine infantile, lessi le ultime parole di un giallo spettacolare di Camilleri. Ebbene, mi odiai profondamente perché proprio l’ultima pagina urlava a chiare lettere quella che apparentemente era la soluzione; eppure andai avanti a leggere, quasi per autopunirmi, e basando così la lettura sulla certezza di qualcosa che invece era – per volontà dell’autore – un falso. Fui doppiamente sorpreso e compiaciuto.

Portiamo inoltre avanti il confronto delle aspettative economiche con le aspettative della vita reale. Che dire delle gufate, per esempio? “Vai tranquillo che lo passi facile, l’esame!” oppure “Dai che quest’anno lo vincete ancora voi lo scudetto!”; questi sono gli esempi di frase che fan desiderare la morte istantanea di chi le ha pronunciate. Ma cosa accadrebbe ai mercati se Marchionne dicesse: “Volkswagen? E’ chiaro che l’anno prossimo raddoppia gli utili”, o se Obama affermasse: “La Merkel è troppo una grande, si vede che ha studiato, non può far fallire l’Euro.”. In questi casi poi, quale Politica Ottimale sarebbe uguale ad una toccata di maroni? Quale strumento finanziario equivarrebbe al cornetto napoletano?
Tutte domande a cui non so ovviamente dare risposta. Non so nemmeno come ho fatto ad arrivare qui in fondo.

Perché il protagonista di questa storia, alla fine… muore!

Dan Marinos

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