domenica 27 gennaio 2013

Della fine del mondo e delle deducibili conseguenze economiche.




L'altra sera la mia ragazza ha scelto di guardare Melancholia, di Lars von Trier. A farmi accettare di buona voglia è stata l'idea alla base di un film, ovvero la minaccia di un pianeta che muove dritto verso la Terra lasciando senza speranze l'umanità. Insomma, un film psicologico che accontenta Lei con una base da disaster movie che accontenta Lui. Ed ecco infatti che la pellicola si apre con una serie di inquadrature stupende, tutte al rallentatore, con Kirsten Dunst tutta scombinata, un cavallo scombinato, un campo da golf scombinato e soprattutto un piccolo pianeta che collide con la Terra, con onde alte chilometri e una luce abbagliante che l'umanità per un attimo pensa: "toh, piove ma c'è il sole, pazzesco." e un microsecondo dopo muore. 

Al che ti viene da pensare. Innanzitutto a chi è andato corto in borsa, gabbando tutti quanti. Metti che tutti sappiano dell'arrivo del meteorite almeno un anno prima del previsto impatto, e che tutti gli scienziati siano d'accordo nel dire che no, non c'è un mezzo percento di possibilità di salvarsi. A quel punto chi ha venduto un contratto forward si trova a stappare lo spumante buono, quello che tiene lì da una vita in attesa che suo figlio si laurei o si sposi, e che ora vale la pena aprire tanto la Terra sta per esplodere e figurarsi se suo figlio trova una ragazza in un anno, sempre attaccato a fumetti e videogames. E, visto che andare corti significa assumere un debito, ne consegue che tutti i debitori benedirebbero il giorno del giudizio (a patto che il prestito scada oltre l'anno di vita utile).

D'altro canto mi vien pena a pensare a chi ha prestato il denaro, e che attende il rientro del capitale investito: dalle banche che offrono mutui per le case alla TIM che rateizza gli smartphone a 20€ al mese, quegli stessi smartphone che intaseranno la rete per un anno con foto instagram d'addio e frasi seguite da #perchèadesso e #ho17annieparcheggiarenonsaràmaiunproblemaperme. Certo il problema permane per i grossi debiti che scadono prima e non possono essere rinnovati: penso per esempio ai debiti sovrani, che ciclicamente vengono pagati con nuovo debito. Che farebbe lo Stato? Ripagherebbe tutto vendendo ai privati il Colosseo e licenziando i dipendenti pubblici, o defaulta mandando a cagare i creditori, che tuttavia sono in gran parte i suoi stessi cittadini? Un problema non banale, scoprire di non avere più i risparmi di una vita e dunque non poter spendere tutto quello che si possiede prima della fine del mondo. 

Tuttavia l'economia non è solo patrimonio, ma anche trasferimento di risorse e flussi di valore aggiunto. Il desiderio di scialacquare i propri averi sarà appunto il primo desiderio delle persone, che correranno in banca per ritirare tutto il contante (già, perché siamo nel 2012 ma le prostitute e i prostituti così come gli spacciatori, non svolgendo lavoro legale, non possono essere pagati né col bancomat né coi buoni pasto. L'Italia, Paese arretrato civilmente ancor prima che economicamente). A quel punto ci sarebbe una totale crisi monetaria, accompagnata tra l'altro da un'iperinflazione su alcuni prodotti per eccesso di domanda (su tutti mi viene in mente gli antidepressivi e le candele da chiesa, oltre al già citato mercato del sesso e della droga) e una deflazione esagerata su altri prodotti (i contratti assicurativi sulla vita, i diamanti e tutti gli altri beni che durano per sempre).

Mentre quindi la domanda varierà a seconda dei beni in questione, è interessante indagare sul lato dell'offerta. I film apocalittici insegnano che, a seguito di un disastro globale, lo scenario più attendibile è quello di un caos sociale, di piccole comunità che lottano per la sopravvivenza mentre gruppi di barbari, pirati e predoni nomadi compiono scorribande nelle periferie desolate. Ma questo è, appunto, un ragionamento ex-post; dal punto di vista ex-ante, i film non ci sono d'aiuto in quanto prevedono sempre la speranza di poter far esplodere il meteorite con una bomba atomica trivellata nel nucleo da un gruppo di operai alcolizzati del settore petrolifero. La domanda quindi è: di fronte alla totale assenza di speranza, si continuerà a produrre, a lavorare, ad investire (per lo meno sul breve)? E soprattutto, nel business delle previsioni (dal meteo all'oroscopo), ci sarà qualcuno che il giorno X-1 dirà: "domani previsto neve, ricordate le catene a bordo."?

Dan Marinos

Ps: Poi, dopo due ore e passa, mi sono svegliato. Che bella dormita ragazzi!



domenica 20 gennaio 2013

Casomai ci fossimo dimenticati dei bilanci dei partiti





Qualche settimana fa Salvini, consigliere comunale a Milano ed europarlamentare della Lega, affermava ai microfoni del TG3 che parlare dell'ennesimo scandalo di senatori corrotti era parlare del nulla. L'esponente maggiore della Lega in Lombardia argomentava tale nullità spiegando che il bilancio del Carroccio era stato certificato da una società di revisione di alta reputazione (per altro americana, quindi non legata alle trame di un partito italiano) e che nulla di sbagliato, o illegale, era emerso dai controlli. Ovviamente l'intervista si chiudeva con la solita tesi della bomba ad orologeria date le elezioni imminenti.
Ora, che tale argomentazione sia sbagliata in tutti i sostantivi, verbi e aggettivi utilizzati da Salvini, non stupisce ma fa comunque girare le palle: 1) PricewaterhouseCoopers ha effettuato una revisione parziale, limitata ad alcune voci del bilancio del partito, in accordo con la Lega stessa. 2) La revisione contabile non certifica alcunché, né garantisce la correttezza di bilancio. 3) La revisione parziale ha interessato il bilancio di partito, non dei gruppi parlamentari, regionali o altre sezioni locali. 4) Altro che correttezza, la relazione di PwC ha fatto emergere "criticità nella gestione pregressa". 5) A parte il fatto che PwC è inglese e non americana, ad effettuare la revisione non è stato certamente l'ufficio di Londra bensì uno italiano, di Milano o Roma.

Questo è un ulteriore esempio di quanto prendere per il culo gli elettori sia uno sport praticato a livello professionistico da molti politici italiani. Un'attività che prevede fasi di riscaldamento nei momenti a basso livello d'attenzione mediatica, come nel caso dell'intervista di Salvini, per poi scatenarsi in veri campionati nazionali della panzana, nei giorni in cui le prime pagine vomitano scandali e gli opinionisti si stracciano le vesti. E' qua che si vedono i fuoriclasse che sanno destreggiarsi egregiamente tra investimenti in Tanzania e grandi feste nelle periferie romane. 

Oggi viviamo in un periodo di calma, per cui le notizie circa i rendiconti dei partiti e dei gruppi parlamentari o regionali passano in secondo piano. E' quasi per culo infatti, visto che evito la sezione "Norme e tributi" del Sole 24 Ore manco fosse un esame alla prostata, se ho letto questo articolo, dove il giornalista informa i lettori dell'evoluzione legislativa a seguito degli scandali autunnali in Lazio e Lombardia. In sintesi, dal 2013 il controllo sui rendiconti dei gruppi consiliari nelle varie Regioni spetterà alla Corte dei Conti, mentre l'introduzione di revisione esterna è a discrezione della singola Regione. E' il caso per esempio del Piemonte, che nel legge 16/2012 obbliga i partiti a presentare entro il 20 febbraio al Presidente del Consiglio Regionale la nota di rendicontazione, correlata dall'opinion di un revisore dei conti non scelto ma assegnato a sorteggio. A proposito del rendiconto, questo è standard per tutte le regioni, e si trova a questo link: notare che la sezione di Gatteo a Mare del Club Alpino Italiano predispone un bilancio dotato quasi della stessa "complessità": ancora più imbarazzante è notare la somiglianza con quello che la legge imponeva ai partiti nazionali nel 1974, e che fallì miseramente il proprio compito di trasparenza ed accountability. Posto comunque che è comprensibile la scelta di contabilizzare tutto per cassa e non per competenza, fa  rabbrividire il pensiero che su un foglietto striminzito, senza alcuna spiegazione integrativa, possano passare le centinaia di migliaia di euro che i gruppi si trovano in mano; e per quanto sia apprezzabile il divieto di trasmissione di denaro tra gruppi consiliari e partiti politici, fa ridere l'elenco di spese accettabili, soprattutto quelle per "attività istituzionale", laddove non esiste alcuna definizione stringente che spieghi cosa sia e cosa non sia un'attività istituzionale. 

Siamo sempre al solito punto, che non verrà mai risolto da questa classe politica: introdurranno nuovi formulari, più o meno dettagliati, colorati, disponibili su internet, firmati dal revisore o dal Papa, ma sempre privi di principi contabili severi e inderogabili che rendano tali documenti migliori della carta con cui vengono avvolte le caldarroste del baracchino in Piazza Duomo (castagne tra l'altro che potremo mangiare soltanto nell'inverno del 2014, visto che le leggi si applicheranno ai rendiconti del 2013; quelli dell'anno passato, così carico di scandali e illeciti, sono infatti esentati dal nuovo e presunto migliore controllo contabile).

Ma tranquilli, non crediate che l'anno appena iniziato non sarà ricco di scontrini a tre zeri per cene istituzionali, festini culturali e prestazioni sessuali di rappresentanza. Anzi, facciamo una scommessa: chi sarà il prossimo che urlerà alla classica bomba ad orologeria?

Dan Marinos 

domenica 6 gennaio 2013

Fermare il Declino può dire di più


Voglio votare per un partito di schifosi pervertiti omosessuali infedeli che non hanno rispetto per la Vita e  sono a favore dell'assassinio legalizzato che è l'aborto e l'eutanasia (e che non siano capeggiati da Vendola). E' chiedere troppo?


Differenziamo, in maniera semplice e sintetica, il politico dal tecnico in quanto il primo appartiene ad un movimento o partito che ha concorso alle elezioni. Per questo Monti  è stato un tecnico ma non lo è più da qualche giorno, mentre Berlusconi pur nascendo imprenditore è stato ed è tuttora, evidentemente, un politico.

Lo stesso ragionamento si applica per Fermare il Declino, che per ora si è meritato i miei migliori auguri. Il movimento di Giannino annovera tra i suoi aderenti un numero significativo di docenti universitari. Se, come appunto spero, molti di loro dovessero essere eletti in parlamento e nei consigli regionali, ai loro curricula dovrà essere aggiunto la voce “politico” tra le esperienze professionali.

Una seconda differenza tra tecnici e politici è la vastità della gamma di obbiettivi per cui vengono chiamati ad operare. Monti è stato scelto per salvare letteralmente l’Italia dal tracollo economico, e per questo motivo ricorderemo il suo governo per le prese di posizione circa fiscalità, pensioni e struttura dell’apparato statale. Nulla invece è stato fatto riguardo ai diritti civili, che per quanto abbiano riflessi di tipo economico, appaiono decisamente più legati al dibattito politico tra partiti che all’imposizione di esperti di settore.

 Vengo al punto: se FID (o meglio, FFID – Fare per Fermare il Declino) è un movimento politico, mi attendo una posizione ufficiale che si estende a tante e diverse tematiche. Ad oggi, è chiara l’opinione di Giannino sui temi prettamente di mercato, e con uno sforzo veramente minimo si riescono a trovare altre informazioni e dichiarazioni  anche sui temi di educazione, sanità, e giustizia. Mancano però all’appello i diritti civili. Il campanello d’allarme circa una possibile confusione interna al movimento era suonato dentro di me a ottobre, quando al comizio tenutosi in Piazza San Fedele a Milano Zingales si era scagliato violentemente contro la Chiesa e Giannino era poi intervenuto a tranquillizzare i cattolici presenti. All’epoca non mi ero tuttavia inquietato più di tanto, visto che pur se non si sbilanciavano (vuoi anche per motivi di tattica politica), avevo ed ho la sensazione di sapere come la pensino Boldrin & Co. riguardo a matrimoni gay ed eutanasia. In più ad ottobre il movimento era nato da poco, per cui ancora molto c’era da costruire; così ho silenziato l’allarme ritardandone l’attivazione per il periodo elettorale. Ieri, a poco più di un mese dalle elezioni, l’allarme è tornato a suonare.

Mentre aspettavo con calma zen i 72 numeri davanti a me nell’ufficio ASL di Via Doria, ho fatto un giro sul sito di FFID. Considerando che sia il manifesto che le 10 proposte principali si concentrano sui temi di mercato, lavoro e peso dello Stato, ho pensato che qualcosa si poteva rintracciare direttamente nel forum: in altre parole se gli esponenti di spicco ancora non si sono sbilanciati riguardo ai diritti civili, ho supposto che esistesse almeno un sottobosco di iscritti e attivisti che ne discutevano. Ho dunque navigato nella sezione “altri temi” e catalogato le tematiche toccate, segnandomi il numero di post attivati e le risposte totali per ciascun argomento. Questo il risultato:

Mi si perdoni la pochezza grafica di questa tabella, ma non sono né uomo di ricerca né di marketing.

Gli utenti del forum si sono innanzitutto scatenati, per ora, su come comunicare meglio l’immagine e le proposte del partito, su come migliorare le pubblicazioni del sito internet, sull’attivazione di nuove piattaforme, su come organizzare le sezioni del movimento; è un risultato assolutamente sensato, data sia la rapida crescita di FFID sia la vicinanza con le elezioni. Altrettanto vivace è il dibattito sulle possibili alleanze e l’analisi della concorrenza (su tutti quella di Monti). Più calme invece sono le tematiche di politica estera (sia questioni comunitarie che sui conflitti mediorientali), sulla sanità e sul mercato energetico. Infine un mucchio di thread poco attivi, un po’ perché già inclusi negli spazi del forum specifici (vedi il tema sul fisco e sulle liberalizzazioni). E per quanto riguarda i diritti civili e quegli altri temi che spesso soffrono di subordinazione alle ideologie?

Due proposte di dialogo inerenti l’introduzione di codici etici nelle PA e nella politica non sono state affatto raccolte dagli utenti del forum. Miglior sorte è toccata ad un dibattito sul ruolo della Chiesa in Italia, dove le risposte all’OP sono state 8, ma ruotano tutte attorno ai due insipidi motti “libera chiesa in libero Stato”  e “date a Cesare quel che è di Cesare”. Certo, qualche folle azzarda un “eliminiamo l’8Xmille”, un altro chiude un piccolo trattato sull’importanza della Chiesa nella cultura italiana con un “pace e bene”.

Un altro thread, infine, è introdotto da:

una forza che si propone di governare questo Paese in modo credibile, oltre che di economia, fisco, finanza pubblica, giustizia e welfare dovrebbe interrogarsi anche sui temi etici e dei diritti civili! Fare x FilD su questi temi non si è espressa in modo chiaro! Facciamo lo noi qui!.

Subito è seguita la risposta del moderatore:  

attenzione ai temi etici ed i diritti civili, sono argomenti da trattare con le pinze. Purtroppo sono argomenti che implicano il parlare su cose meno concrete di economia, tasse e debito pubblico. Il rischio è che si accendano flame assolutamente evitabili e si ecceda nelle discussioni.Negli ultimi 20 anni i temi etici ed i diritti civili sono stati "armi di distrazioni di massa" con i quali si è spostata la discussione verso argomenti ed argomentazioni capziose e futili ( non ho mai assistito ad un dibattito non ideologico su questi temi ). Quindi lasciamo aperta la discussione, ma richiediamo agli utenti la massima cura nel NON offendere l'altro e non affrontare ideologicamente la discussione. Se vedremo che la discussione esce dagli schemi del rispetto delle opinioni altrui e dalla buona creanza e civiltà che contraddistingue questo forum ci vedremo costretti a chiudere la conversazione.

Forse preso dalla paura di dire qualcosa, qualsiasi fosse, nessun utente ha proseguito nel dibattito.

Per poter votare in piena serenità ritengo sia necessario conoscere quanto sia vasto lo spazio delle tematiche raccolte dalla linea di pensiero del movimento. Non è accettabile che questo sia puramente ed esclusivamente specializzato in un settore – per quanto rilevante – privando il futuro parlamentare di una guida imposta dalla democrazia interna del partito, dai risultati delle indagini e discussioni presso i suoi elettori. Perché se può essere facile far passare i diritti civili ed altre tematiche “ideologizzabili” in secondo piano data la crisi economica, non si può negare a molte di loro la medesima importanza di una patrimoniale o di una liberalizzazione del settore farmaceutico. Perché comunque sia anche i diritti civili, dal matrimonio gay, all’eutanasia, all’8Xmille, hanno riflessi prettamente economici che sarebbe giusto venissero approfonditi o denunciati dagli accademici del movimento. Perché se in parlamento ci sarà un gruppo numeroso di politici appartenenti a FFID, esso dovrà essere solido sia di fronte alle leggi di stabilità, sia di fronte agli emendamenti per l’introduzione della pillola abortiva. Perché i governi sono caduti per una manciata di voti e l’assenza di una linea ferrea facilita l’emergere di Scilipoti e addirittura li legittima.

Per trovare piacevolmente nuovi punti d’incontro, o scoprire terribili verità antiliberali, l’unica cosa da fare è scrivere sul forum, confrontarsi e domandare spiegazioni.

E vaffanculo alla moderazione: nessuna pietà per i baciapile.

Dan Marinos



Aggiornamento alla data di pubblicazione del post:
Sarà che è il giorno del Signore, ma il thread sui rapporti col vaticano si è arricchito di due nuove risposte:  una è di un seminarista in odore di sacerdozio, e l’altro è di un utente che nega l’ingerenza del Vaticano e della Chiesa all’interno dello Stato.

Cominciamo bene.