In redazione è giunta una lettera in risposta all'ultimo articolo, quello sullo "sciopero" dei calciatori, da parte di un nostro lettore. Egli ha discusso l'argomento in maniera così approfondita ed ironica che merita 1) di vedersi la lettera pubblicata e 2) di essere ammesso ufficialmente in redazione, diventando così la nuova firma sul blog. Speriamo che a lui si aggiungano altri: siamo sempre aperti ai mostri.
Caro Economostro
ti scrivo, c'è poco da essere contenti hai ragione. Prima di scendere nei tecnicismi del caso è triste dover constatare come non ci sia comunicabilità tra gli organi di competenze, tra le Società e tra i calciatori. L'amara realtà secondo me è che alberga una notevole recidività tra le parti (che già altre volte si erano trovate in questa situazione). Citi, giustamente, il Cagliari e io che purtroppo sto preparando un esame di econometria e di metodi quantitativi penso agli outlier e alla loro epurazione. Il Cagliari di Riva non è che un outlier e come tale va estirpato dal campionato (= modello di regressione) perchè altrimenti ne condizionerebbe i risultati. Borussia Dortmund, Ajax, Atalanta, River Plate, Boca Jrs., Sao Paulo, Santos...quanti outlier...se per gioco provassimo a ricondurre i giocatori esplosi in queste squadre il Real, lo United, la Juve, ecc...bè avrebbero vinto ben poco. Allora perchè non valorizzarli? Perchè non ristrutturare questo stanco sistema che genera imperfezioni del calibro di rose con 40 giocatori? Al Cesena hanno portato via Giaccherini, la Juve non risolverà i suoi mille problemi con lui, mentre il Cesena si ritroverà inguaiato senza la "Pulce di Talla".
Nella Repubblica, Platone sosteneva che le cose funzionano solo e soltanto quando ciascuno è al proprio posto. Amauri, Floccari, Borriello, Gilardino, ecc...giocatori che tolti dal proprio contesto non hanno mai reso (distruggendo ricchezza) e andando ad ingrassare rose che di fatto hanno generato un surplus di giocatori "fuori rosa". Contratti collettivi insostenibili? In economia uno dei più grossi snodi si gioca intorno alla distribuzione della ricchezza. Ci era arrivato Ricardo, con tutti i suoi limiti ma ci era arrivato. Nel calcio vale lo stesso sistema. Equal playing field. Chi gioca in casa veramente? Prendersela con i giocatori pluri pagati è una duplice assurdità: 1) molto spesso chi li critica è lo stesso abbonato a sky, mediaset, ecc...che contribuisce a fare allineare le curve di domanda-offerta in un punto più elevato del piano cartesiano; 2) perchè non hanno fatto anche loro i calciatori?
Ridistribuire è cosa buona e giusta, farsi condizionare dall'ipocrisia e dall'invidia no. Se davvero sta gente è così furibonda, che smetta di guardare il calcio, la tv ecc...Non sto coi calciatori, non sto nemmeno con le società, ma mi rattrista pensare come episodi come questo, anzichè fornire spunti utili per migliorare, alimentino solo sterili polemiche. Ti amo campionato diceva Elio, eppure il vero danno che queste persone provocano è molto più sottile (ma non per questo meno grave) di quanto non pensino: impedire a dei ragazzi di trovarsi, magari mangiando una pizza e dicendo minchiate guardando una palla che rotola, un colpo a effetto, una spizzicata di testa. Si vince e si perde solo se si gioca.
Bell'articolo, come sempre!
Ridistribuire è cosa buona e giusta, farsi condizionare dall'ipocrisia e dall'invidia no. Se davvero sta gente è così furibonda, che smetta di guardare il calcio, la tv ecc...Non sto coi calciatori, non sto nemmeno con le società, ma mi rattrista pensare come episodi come questo, anzichè fornire spunti utili per migliorare, alimentino solo sterili polemiche. Ti amo campionato diceva Elio, eppure il vero danno che queste persone provocano è molto più sottile (ma non per questo meno grave) di quanto non pensino: impedire a dei ragazzi di trovarsi, magari mangiando una pizza e dicendo minchiate guardando una palla che rotola, un colpo a effetto, una spizzicata di testa. Si vince e si perde solo se si gioca.
Bell'articolo, come sempre!
Aristocle