domenica 15 maggio 2011

Filosofi ed amministratori, una faccia una razza

Il software SAP, ovvero: "se lo sapevo non lo facevo"


"Il linguaggio rappresenta un potente aiuto per la memoria. Attraverso i nomi è possibile infatti raccogliere le singole idee individuali delle cose percepite in classi dotate di una certa generalità."
E ancora: " Nella raccolta di informazioni, il modello di controllo ci spiega quali ci servono. Progettandolo, decidiamo il tipo di informazioni che desideriamo: la loro natura, la loro articolazione, la loro attendibilità, la loro tempestività."

Da dove ho preso queste frasi? Beh, la prima è tratta dal mio libro di filosofia delle superiori, nella spiegazione del convenzionalismo di Thomas Hobbes. La seconda invece dai miei appunti di Sistemi di programmazione e controllo. Le due materie - filosofia e P&C - apparentemente così distanti, sono legate da una stessa medesima caratteristica, ovvero il fatto che utilizzano parole così generiche che una volta girata la pagina non ti trovi in mano (ed in mente) un bel niente.
Sostanza e sistema. Deduzione ed amministrazione. Gnoseologia e controllo. Modello analitico. Tutte parole che ti lasciano un po' perplesso, quasi imbarazzato direi. Sono troppo generiche, hanno mille significati che sebbene  siano un poco diversi tra loro rendono comunque il discorso alquanto ineffabile.  Esempio: il controllo può essere seguito dalle parole gestionale, contabile, interno, esecutivo, economico... e per ognuno di questi aggettivi esso assume una certa sfumatura che tuttavia è percepibile solo con malloppi di campionari Pantone. 
Anche la filosofia è così complicata, perchè tutti i filosofi usano più o meno la stessa manciata di parole, però per lo meno si sono sbattuti assai a spiegare che diavolo voleva dire secondo loro sostanza, che differenza c'era tra noumeno e fenomeno, e se proprio non ci riuscivano si facevano pubblicità parlando coi cavalli, che per lo meno capiscono la differenza tra "hooop!" e "yyy-aaaahhh!!!". Io invece non ho ancora capito la differenza tra il sistema informativo e quello amministrativo: sono due uffici separati? Sono assieme? Si parlano ancora dopo quella volta alla festa in cui il primo si era ubriacato e aveva detto cose irripetibili al secondo per via di una gelosia repressa?
Da quello che so, il sistema informativo raccoglie i dati che poi l'amministrazione macina, contabilizza, gestisce, verifica, analizza, sintetizza in report. Affinchè la funzione amministrativa elabori le idee correttamente, occorrono tutti i gradi di affidabilità: esistenza, completezza, tempestività, classificazione e correttezza. Il metodo di Cartesio, presente nella seconda parte del suo Discorso, si basa su simili precetti: l'evidenza, la chiarezza, l'analisi, la sintesi, l'enumerazione completa. Grazie Cartesio, e grazie anche a te, Bacone, che mi racconti che il significato della distinzione tra strumenti informativi e pratici non è intesa come una demarcazione invalicabile tra momento teorico e momento pratico, ma, al contrario, si spiega attraverso l'inserimento della problematica applicativa in un testo di metodologia scientifica. Grazie di cuore: ora però fate i bravi e rimanete sotto la gamba corta del tavolo.
Filosofi ed amministratori....che due parole gustose come un bel bicchiere di acqua calda. Per lo meno i primi cuccano in qualche modo le ragazzine intelligenti e curiose; i secondi al massimo possono attrarre qualche vecchia per compilarle il 730. Ricordo dalle lezioni alle superiori che ogni volta che si iniziava un nuovo pensatore, le parole del libro erano: "il filosofo X criticava le idee di quello che c'era alla pagina precedente dicendo che il suo metodo si basava su presupposti sbagliati." E poi c'era chi scriveva le sue perle in sillogismi, chi in frammenti, chi faceva parlare tre tizi (uno stupido, uno intelligente, uno così così), chi faceva scalare infinite volte la montagna ad un tizio accompagnato da uno spirito metà nano e metà talpa. Eh, l'erba ti fa male se la fumi senza stile, diceva qualcuno. Invece nella loro noiosa vita da pensatori astratti gli amministratori sono d'accordo nel parlare con uno stile unico, ovvero attraverso dati formattati in campi come "numero", "prezzo", "nome_prodotto", "area", "centro_di_costo". Ecco forse l'unica cosa che mi è chiara dei sistemi di programmazione, amministrazione e controllo: in un mondo dove c'è bulimia e ridondanza di informazioni, i bravi controllers aggiungono nuovi database e li gonfiano di informzazioni soffocanti che spaccano il pelo del culo dell'uovo. Tutti dati necessari, per l'amordiddio, se si vuole essere trasparenti come la carta igienica della fatina turchina, ma che oh...ti mettono un'ansia addosso!
Enzo Mari, designer ed architetto italiano, in un intervista che consiglio di vedere (lo spezzone seguente parte dal minuto 3:40) dice:
Qualè il problema di oggi? Pensate alla tecnologia, alle regole...è la ridondanza. Miliardi di cose. Vengono dichiarate e raccontate. Tutte e anche il loro contrario, in un infinito di ripetizione. Ah internet, ah il computer, i dati...i dati? Tanti dati? Ma il problema dei dati oggi è eliminare il 99% dei dati. Non dico di eliminarli a scatola chiusa, ma di guardarli uno per uno e VAFFANCULO VAFFANCULO VAFFANCULO!....eliminare i dati che ci portano alla morte...ecco chi fa il mio lavoro è un po' matto.

E allora diventiamo matti!
Cara fata turchina, visto che la mia carrera professionale si avvicinerà più facilmente all'amministrazione che alla filosofia, desidererei tanto stare in un ufficio dove alla telefonata di quelli del controllo interno che urlano: "Sono state perse alcune anagrafiche-fornitori!!!" il mio capo divisione apra le braccia e dica: "Eh, pace...". Vorrei lavorare in un'azienda dove mi assumeranno anche se alla domanda: "Lei conosce il sistema SAP?" io rispondo: "Ma chi cazz' o' sap'!". Insomma fata turchina, ti prego, esaudisci i miei desideri: e dopo levati la carta igienica che t'è rimasta appiccicata alla scarpetta.

Dan Marinos



Ps: sto scrivendo questo articolo con in sottofondo la musica che steremood.com ha abbinato al mood da "programmazione e controllo": una serie di rumori yoga tipo xilofoni di bambù e campanellini che apparentemente sembrano suonare a caso ma che invece sono ben calibrati per zigrinarmi le balle. Ora cambio. Oh, grazie a dio dopo c'erano gli Inti-Illimani.


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