sabato 12 marzo 2011

Romanzi cartolarizzati (parte seconda)



Nella precedente puntata: i Badwill sono una famiglia del Colorado. Hanno concluso con lo zio Crocifisso una speculazione riguardante un carico da sessanta tonnelate di lupini...no scusate, di solfato di rame. Le cose però non girano affatto per il verso giusto: l'affare, che sembrava sicuro e redditizio, sta andando male e il credito verso lo Zio comincia a pesare sulla famiglia, già indebitata col banchiere Helmer per il mutuo sulla casa del nespolo. Il capofamiglia, Padron Tony, riceve una convocazione presso l'ufficio di polizia della città. 


L'ufficio era situato a circa trecento metri da casa sua. Dentro c’era l'aiutante del commissario di polizia del quartiere.
«Tu cosa vuoi?» gridò.
«Mi hanno chiamato... con un invito...» rispose come meglio poté padron Tony.
«È per la questione di quel denaro che deve pagare, C'è una denuncia contro di voi! Non pagate i debiti! C'è poco da darsi tante arie!» s'affrettò a dire l'impiegato staccando gli occhi dalla carta. «Ecco qua!» e gettò davanti a Tony un quaderno, indicandovi un punto. «Leggete !»
Lo lesse una volta, un'altra, e non capì. «Ma cos'è?» chiese all'impiegato.
«Vi si chiede la restituzione di una somma, da voi ricevuta dietro emissione di una promessa di pagamento. Dovete pagare, con tutte le spese, le penali eccetera, oppure fare una dichiarazione scritta circa il termine entro il quale potrete pagare, impegnandovi nel frattempo a non lasciare la capitale e a non vendere né occultare i vostri averi. Con ciò, il creditore ha diritto di mettere in vendita i vostri averi e di agire nei vostri confronti a termini di legge.»
«Ma io... non devo niente a nessuno, a parte allo Zio Crocifisso e al banchiere Helmer!»
«Appunto! Abbiamo ricevuto, per farla valere, una cambiale scaduta e legalmente protestata per l'ammontare di centoquindici mila dollari, da voi rilasciata, circa nove mesi fa, al banchiere Helmer, e il banchiere Helmer l'ha girata alla Lehman Brothers; ed è per questo che vi abbiamo invitato a fare una dichiarazione.»
«Ma com’è finito il mio mutuo per la casa del nespolo alla Lehman Brothers? Io l’avevo acceso con Helmer!»
«Certo, ma lui l’ha cartolarizzato assieme a milioni di altri mutui subprime e li ha venduti in massa alla banca che poi li ha rigirati su Wall Street.»
«Scusi, ma io allora, esattamente, a chi devo i soldi? »
«Questo non lo possiamo sapere, non è di nostra competenza. Arrivederci.»
Mentre padron Tony discuteva nell’ufficio della polizia, la voce della disgrazia già girava per tutto il paese; la gente si recava ai bordi della casa del nespolo ad effettuare valutazioni sul valore dell’immobile, così da poterlo poi comprare all’asta fallimentare.  La casa dei Badwill era sempre stata una delle prime a Trezza; ma adesso era una asset che faceva acqua da tutte le parti. Infine cosa poteva valere? Ognuno allungava il collo sul muro dell’orto, e ci dava un’occhiata, per stimarla così a colpo. Don Silvestro sapeva meglio di ogni altro come andassero le cose, perché le carte le aveva lui, alla segreteria di Aci Castello.
« Volete scommettere che non è tutt’oro quello che luccica?» andava dicendo. Ei sapeva che sulla casa c’era l’ICI da cinquecento dollari l’anno. Allora si misero a fare il conto sulle dita di quel che avbrebbe potuto vendersi la casa, coll’orto e tutto.
« Né la casa né la barca si possono vendere perché ci è su la dote di Maruzza! » diceva qualcun altro.
«Sicuro! C’è l’ipoteca dotale » lasciò andare Don Silvestro. « Allora il vero disgraziato è lo zio Crocifisso che ci perde il credito del suo solfato di rame. »
Già, perché era successo che una sera Tony Junior venne a cercarmi con un dispaccio che egli non intendeva: conteneva solo tre parole, 60 tons settled, ed io lo intesi subito. Glielo dissi: si capiva da quel dispaccio che il prezzo, che i Badwill avevano fissato per l’esecuzione dell' ordine con lo zio Crocifisso, era stato raggiunto e che perciò eravano felici proprietari di sessanta tonnellate di solfato di rame. Intanto il prezzo andava giù, giù, ogni giorno più giù ed avevano nell’esecuzione del nostro ordine e nella immediata impossibilità di cedere la merce a quel prezzo ad altri l’opportunità di studiare tutto il fenomeno. La loro perdita aumentò. Poi per parecchio tempo non parlammo più del solfato, finché non venne da Londra una lettera con la quale ci si invitava al pagamento e a dare istruzioni per la spedizione. Ricevere, immagazzinare sessanta tonnellate! A Tony J. cominciò a girare la testa. Facemmo i calcoli di quanto avrebbero speso per conservare tale merce per varii mesi. Una somma enorme! Ecco la sua idea: la merce gli era stata venduta franco Trieste da gente che doveva pagarne il trasporto dall’Inghilterra. Se egli ora avesse ceduta la merce ai suoi stessi venditori che avrebbero perciò risparmiate le spese per tale trasporto, egli avrebbe potuto fruire di un prezzo più vantaggioso di quello che gli veniva offerto a Trieste. La cosa non era tanto vera, ma per fargli piacere, nessuno la discusse.
Tornò Padron Tony dalla centrale di polizia:
«Ora siamo rovinati.» disse. A quelle parole, prima Maruzza e poi tutti gli altri tornarono a piangere di nuovo e i ragazzi vedendo piangere  i grandi si misero a piangere anche loro. Ma il capofamiglia ebbe un impeto d’orgoglio e disse che bisognava pagare il debito allo zio Crocifisso e anche il mutuo sulla casa, e non si doveva dire dei Badwill che “il galantuomo, come impoverisce, diventa birbante”. Tuttavia si venne a sapere che anche lo zio Crocifisso aveva ceduto il proprio credito alla Lehman Brothers ed ora le disgrazie dei Badwill circolavano allegramente a Wall Street. Il più intraprendente della famiglia, il giovane Tony Junior, decise che sarebbe partito alla volta della grande mela al fine di rintracciare le due cambiali (il mutuo sulla casa e il prestito per il solfato di rame) ed implorare l'attuale possessore dei titoli di ritardare la riscossione dei pagamenti. Egli partì.
In attesa di sue notizie, Padron Tony si rivolse allo zio Crocifisso, chiedendogli il perchè fosse stato così fetuso da abbandonarli in un momento difficile, cedendo il credito a chissà quale speculatore e speculando così egli stesso.
«Converrete anche voi » rispose lo zio: « che c'è un avanzamento, un progresso, non fosse che in nome della scienza e della verità economica... »
Padron Tony, rimasto interdetto per la risposta chiaramente evasiva, pensò se fosse meglio richiedere una spiegazione più precisa, o passare direttamente alla lupara. Barrò la prima soluzione.
« Se a me per esempio » continuò Crocifisso: « dicevano: "ama" e io amavo, che cosa ne seguiva? Ne veniva che io strappavo il giaccone per metà, lo dividevo col prossimo, e tutt'e due restavamo mezzo nudi. La finanza invece dice: ama prima di tutti te solo, giacchè tutto il mondo è fondato sull'interesse -composto- personale. Se amerai te solo, farai i tuoi affari come si deve, e il tuo giaccone rimarrà integro. La verità economica poi aggiunge che, quanti più affari privati bene assestati e, per così dire, giacconi interi ci sono nella società, tanto più numerosi sono i suoi solidi fondamenti e tanto meglio vi si assesta anche l'interesse comune. Pertanto, acquistando unicamente per me, con ciò stesso appunto acquisto per tutti e ottengo che il prossimo riceva qualcosa pi di un giaccone strappato, e non già delle liberalità private, singole, ma in conseguenza del progresso generale.» Padron Tony si innervosì:
«Mi hai trapanato i cabasisi con queste teorie. Dì piuttosto che sei uno sporco egoista! Tutti arrichiscono con vari metodi, e così anche a voi è venuta voglia d'arricchire al più presto. A spese altrui, alla svelta, senza fatica!». Zio Crocifisso arrosì e balbettò che le cose non stavano in quel modo, ma Tony incalzava: « Di che via date briga? Tutto è riuscito secondo la vostra stessa teoria. Portate alle conseguenze ciò che poco fa predicavate, e ne verrà che si può scannar la gente. Voi direte che in tutto c'è misura, che l'idea economica non è ancora l'invito all'assassinio, ma è vero che voi...» e qui Tony imbracciò la lupara: «Ma è vero che voi diceste a mia sorella, vostra fidanzata, nell'ora stessa in cui n'avevate ricevuto il consenso per il matrimonio, che soprattutto eravate lieto che fosse povera, perchè è pià vantaggioso levar la moglie dalla miseria, per poi dominarla, e rinfacciarle ch'è stata da voi beneficiata! Cornutuuuu!!!»
E così dicendo, spedì lo Zio nell'allegro inferno siciliano, che la tradizione vuole essere una grande città, praticamente una metropoli, dove non ci sono carrube ma solo polenta e tutto è avvolto nella nebbia e nella dichiarazione dei redditi. Insomma, un luogo Comune.

Ma non dimentichiamoci di Tony Junior. Ce la farà a recuperare le cambiali cartolarizzate? E i Badwill si salveranno dalla bancarotta? Lo sapremo nella terza (ed ultima, se Dio vole) uscita de Romanzi cartolarizzati.

Dan Marinos

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