domenica 27 febbraio 2011

In Missione per il Conto di Dio: una nuova matrice per il management

San Matteo il banchiere del Signore: eccolo mentre sfoglia soddisfatto il libretto di risparmio del Buon Gesù.


WOW che belle le tabelle a doppia entrata sui libri di economia! Massì, quelle tabelle 2x2 dove vengono esposti i risultati delle combinazioni di due variabili dicotomiche qualitative. Oddio come fate a non capire? Vabbè dai, esempio pratico: l'analisi del portafoglio prodotti (anche conosciuta come matrice Boston Consulting Group), che va ad incrociare la quota di mercato relativa col tasso di crescita del mercato, con quattro risultati finali possibili: ?uestion mark, Star, Dog e la mitologica Cash Cow. Oppure la tabella che permette di scegliere al meglio il proprio partner d'affari: alto/basso fit culturale e alto/basso fit strategico: combina i cromosomi e crea il tuo socio perfetto!
Beh, l'Economostro non si fa mancare nulla: detto-fatto e via, una bella matrice fresca fresca per essere portata in Svezia a prendersi la meritata medaglia del dinamitardo! Questo schema si inserisce nell'analisi della gestione delle istituzioni finanziarie che operano "a fin di bene", promuovendo cioè lo sviluppo e gli aiuti per soggetti (individui, imprese, paesi...) con serie difficoltà economiche e non, per esempio attraverso forme di microcredito, finanziamenti a fondo perduto, interventi forti su attività culturali, sanitarie, educative... Insomma, avete capito. La nostra tabella (che, essendo una 2x2, risulta essere una croce) si rivolge a queste solide, consolidate, robuste banche, analizzando cosa succede quando queste scelgono i livelli di due particolari leve operative: il ricorso a sistemi gestionali avanzati e il ricorso a Dio.

 


Eggià: perchè per essere un una banca gagliarda e stabile è necessario possedere sistemi amministrativi, contabili e di risk management moderni in regola con le normative e con le richieste del mercato. Ma se si vuole operare efficacemente nel campo etico bisogna anche chiedere la sponsorizzazione dell'Altissimo, il quale però è più incentivato a far bene se l'ambiente lavorativo è come Egli comanda.
Premesso che un istituzione con sistemi obsoleti e priva dell'appoggio di Dio fa schifo (primo quadrante), cerchiamo qualche esempio delle voci della nostra Lucifero. Cominciamo con la Banca Popolare Etica, la quale si configura come banca vera e propria, definita a puntino e operante stabilmente dal 1994: oggi possiede un attivo di 674 milioni di euro: pochi ma buoni per l'obbiettivo che si prefigge. Pur non essendo un soggetto particolarmente sprintoso ed importante nel settore, qualche risultato soddisfacente lo porta a casa, come un +24% del fondo Valori Responsabili Bilanciato nell'ultimo anno. Questa mancata spinta propulsiva è ovviamente riconducibile all'assenza di valori legati alla religione: Banca Etica infatti è sostanzialmente atea in quanto riceve l'appoggio incondizionato di tutti, cattolici e non. 
Poi c'è chi fa un uso sconsiderato delle abilità divine senza inserirle in un contesto sicuro ed moderno. E' il caso dell'indiana United Commercial Bank, la quale ha aperto una filiale a Shani Shinganapur, un villaggio dove più di 5000 devoti ogni giorno si recano al tempio per adorare il Dio Shani. L'apertura di uno sportello a ridosso del tempio ha come obbiettivo quello di aiutare i fedeli nelle preghiere (e nelle offerte). Il valore aggiunto di questa operazione è esplicitato nelle parole di un dirigente: "We took note of the general belief and faith of the people. Ever since the most revered temple came into existence several years ago, the village has not witnessed a single crime. In fact, all houses in the entire village have no doors. We took the risk and started the lockless bank a week ago". Insomma nessun sistema di sicurezza, tanto ci pensa Shiva. E come diceva qualcuno: "RISCHIOOOOO!!!!".
Ma chiudiamo il quadro con un esempio veramente vicino a noi e che tuttavia crediamo vi stupirà: lo Ior? No, troppo scontato. E' Intesa San Paolo. La quota azionaria maggiore (circa il 10% dell'istituto torinese) è infatti detenuta dalla Compagnia di San Paolo, una fondazione cattolica attiva dal 1563 che oggi registra (bilancio 2009) un attivo di 6.2 miliardi di euro - 10 volte Banca Etica - quasi interamente investito in strumenti finanziari. Tanta roba! Ma c'è di più: chi è la simpatica pinguina qua accanto? E' Suor Giuliana Galli, ex direttrice del centro di Cottolengo ed ora Vicepresidente della Compagnia. Curriculum? Master in Scienze del comportamento a Miami: hai capito la sorella!

E allora, con i tre casi (stabilità di Banca Etica, rischiosità di UCB e potenza assoluta di Intesa San Paolo) chiudiamo la Lucifero, convinti che sia meritevole di un riquadro nella prossime edizioni dei manuali di economia aziendale. SPARGETE IL VERBO!

Dan Marinos

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