sabato 20 novembre 2010

Impairment Test e IAS 36 per il Parlamento Italiano


Premessa: invito l'intero dipartimento di accounting dell'università a NON leggere ciò che è stato scritto in questo articolo. Almeno finchè non avrete corretto il mio esame di bilancio.


Tra gli l’International Accounting Standards ce n’è uno, il numero 36, il cui scopo è quello di impedire che si mantenga registrato nello stato patrimoniale di una società un’attività sopravvalutata o inesistente: ciò significa che sono presenti degli investimenti segnati per un valore sopravvalutato, ovvero maggiore al cosiddetto “valore recuperabile”. Questo è un principio valido in tutti gli aspetti della gestione societaria, e presente anche nella nostra vita quotidiana: a chi non è mai capitato di comprare una bella casa in campagna, e un bel giorno vi costruiscono accanto una fabbrica di sbudellamento di maiali con annesso inceneritore per i rifiuti organici? Potete anche essere i più ottimisti del mondo, ma non potrete mai rivendere la villetta per un prezzo uguale o maggiore a quanto l’avevate pagata: il valore recuperabile è diminuito, e voi dovete tenere conto di questa svalutazione.
Ora, lo IAS 36 recita anche che non sempre all’interno del bilancio esistono singole attività che operano in maniera del tutto indipendente dal resto dell’azienda, ma soltanto una macroclasse generica di assets che cooperano insieme per un unico fine. Si necessita dunque un raggruppamento di questi assets affinché vengano considerati elemento unico, autonomo nella produzione e indipendente nella gestione. Questi insiemi sono detti CGU (Cash Generating Units).

Abbiamo già detto che lo IAS 36 può essere applicato su molti contesti: noi in questo articolo lo useremo per ri-valutare il Parlamento italiano. Innanzitutto, questo importante organo di Stato è composto da molti elementi che soltanto considerati nel loro insieme possono produrre qualcosa ( in questo caso considereremo il numero di leggi prodotto all’anno ): stiamo dunque osservando una CGU a tutti gli effetti, composta in particolare da:
-numero 2  Immobili (Palazzo Madama e Montecitorio).
-numero 915 poltrone (nota: le poltrone sono assets; i parlamentari, essendo dipendenti dell’azienda, non sono capitalizzabili e dunque non sono assets).
-il goodwill (o avviamento), ovvero quel valore che coglie le sinergie intangibili che permettono alle attività materiali di fornirci un buon prodotto (più è elevato, più le sinergie sono preziose). Nel nostro caso, sarà proporzionale al numero di leggi generate nell’arco della legislatura, e dunque cattura la capacità e stabilità dei parlamentari.
Sommati i valori di questi 3 elementi, abbiamo il “prezzo” complessivo della CGU.

Cosa accade quando una CGU perde valore e dobbiamo registrare una svalutazione? Interviene l’impairment test (test di svalutazione): il primo elemento ad essere colpito è il Goodwill, perché vuol dire che non ci sono più le stesse sinergie di prima (i parlamentari che non lavorano litigano, si sputano addosso, tirano fuori la mortadella o lo spumante). Poi, se ciò non ha ripianato del tutto la perdita (ovvero se non è intervenuto qualcuno – il presidente della repubblica o del consiglio – a ristabilire l’ordine modificando l’assetto di governo e le alleanze, e dunque si procede allo scioglimento delle camere) dovremo intervenire al ribasso anche sugli altri componenti. Ma cosa toccare: immobili o sedie?
Lo IAS vorrebbe che si svalutassero le restanti parti della CGU in maniera equa o proporzionale, ma nel caso specifico è difficile pensare che due edifici storici in centro Roma perdano valore in maniera sensibile (anzi, se mai lo Stato dovesse dismetterli, sai quanto grano ci tiri su!). Piuttosto dovremmo intervenire sull’arredamento, cominciando ad abbassare il numero delle poltrone e dei tavoli, supponiamo per un valore proporzionale a 1) il rapporto tra il numero di leggi che si sarebbero dovute fare se non si interrompeva la legislatura e 2) i giorni di blocco prima delle nuove elezioni, il tutto corretto per alcuni coefficienti di aggravante, come la presenza di una crisi economica da risolvere velocemente, la mancanza di un sistema di rinnovo della classe politica e l’assenza del paese da qualsiasi top ten (dalla classifica dei paesi con libertà di stampa, al miglior rapporto pil/debito, dal miglior sistema educativo alla migliore competitività nel settore degli scaldabagni in ghisa).
Abbiamo bisogno di verificare quanto vale la CGU-Parlamento, e dobbiamo effettuare questo test costantemente, data l’instabilità politica italiana (per le legislature di destra, andrebbe affrontato più o meno una volta al mese, per quelle di sinistra ogni volta che si fa una cazzo di votazione). Se sta lavorando meno di quanto ci si attende, vuol dire che abbiamo sopravvalutato il goodwill: dobbiamo tagliarlo! Se addirittura vengono sciolte le camere prima del termine del mandato, vuol dire che la perdita è cosi grave da superare l’avviamento: mentre prima ci si aspettava che si generassero numero n leggi, ora non solo abbiamo annullato la produzione, ma addirittura dobbiamo registrare perdite incredibili dettate dal blocco delle attività in attesa di nuove elezioni.

E allora via, a mettere le sedie su Ebay! “Mi cala la produzione, devo tagliare i posti di lavoro” dice l’imprenditore brianzolo. “Mi cala la produzione, devo tagliare i posti a sedere” dicono gli elettori. E lo facciamo non per odio verso la classe politica, macchè: stiamo invece seguendo uno dei principi chiave del frame work degli IAS, cioè il principio di attendibilità/prudenza nelle valutazioni.
Quando poi torneremo a legislature altamente produttive (semmai esistessero) ripristineremo i valori fino al loro stato originario. Al limite, anziché poltrone, metteremo sgabelli, a monito della precarietà sul posto di lavoro.

Dan Marinos

2 commenti:

  1. Bellissimo! Dovresti scrivere una dispensa da allegare nel programma di Bilancio dal prox anno

    Mattia

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