Ora che raggiungendo la notorietà anche gli hipsters sono diventati mainstream, ci domandiamo quale genere, quale moda, quale passione sia ancora nascosta nell'underground e colpisca solo pochi ed elitari gruppi di giovani tra i venti e i trent'anni. E' presto detto: il liberismo.
E' certamente una filosofia di vita che colpisce i ragazzi e le ragazze a qualche anno dal loro ingresso in un corso di economia all'università; ripensando agli anni delle scuole superiori, a nessuno di noi verrebbe in mente un compagno di classe che inneggiava alla privatizzazione delle attività economiche statali. Qualche distinzione c'era: i comunisti con la Vespa, gli anticomunisti con la Fred Perry, i giovani padani che abitavano in cascina...Tuttavia tutti eravamo contro la riforma dell'articolo 18 del governo Berlusconi II, contro le multinazionali, contro le scuole private (a meno di non esserne già studenti) e tutti amavamo quel momento in cui i professori ci dettavano sul diario la triplice sigla "CGIL CISL e UIL".
Poi succede che vai in un ateneo dove insegnano economia, incontri studenti più anziani, brutte frequentazioni, ti allungano un libro sbagliato o qualche paper galeotto e ti ritrovi ad urlare contro il terrorismo fiscale perpetrato dallo Stato. Ciò nonostante, questo cellule rivoltose rimangono da sempre nell'ombra, afflitte dal peso oramai storico - a parer degli stessi liberisti - di un popolo che non capisce un cazzo di niente di economia, e basta guardare la storia del Partito Liberale Italiano per farsene un'idea. A tirarlo in piedi furono personcine mica da ridere, tra le quali Benedetto Croce e Luigi "non esiste nessun De Nicola" Einaudi. Partito che appoggiò la prima DC, che fece opposizione ai tempi dei governi di centrosinistra, che propose la legge sul divorzio, che cullò un giovane Marco Pannella il quale poi si staccò per formare i Radicali rimanendo tuttavia spesse volte alleato col PLI. Insomma, un po' di caciara questo partito la fece ma, amici miei, con un record massimo del 7% alle elezioni del '63 non è che poteste pensare di fare granchè, abbiate pazienza. E così con lo scandalo tangentopoli e la discesa in campo del più grande uomo liberale di faccia e socialista di culo (il culo del popolo, s'intende) il PLI si sciolse definitivamente.
Che cosa portò questo scioglimento? Facile: portò ai liberal-hipsters. Questi giovani che si ritrovano segretamente in aule poco bazzicate per poi migrare al calar del sole verso cene private dove i ragazzi deridono il discorso di Bob Kennedy contro il PIL a suon di rutti, e le ragazze scelgono il colore delle tende e dei divani in base all'ultimo completo di Oscar Giannino. Pensateci bene: gli hipsters, prima di passare agli occhiali spessi e quadrati alla Woody Allen, indossavano quegli stessi occhiali vintage tipo-Carrera che indossava Milton Friedman. E dunque come non omaggiare questi invisibili, questi esseri che organizzano - non sto scherzando - festicciole dove i prezzi dei drinks sono indicizzati alla borsa di New York, se non con una canzone che dedico loro. Tranquilli, cari amici degli speculatori e delle banche assassine, non si tratta de Il liberismo ha i giorni contati dei Baustelle, quelli oramai sono ultra-mainstream. Questa che vi dedico è Hipsteria de I Cani.
Qui il video, sotto il testo da cantare durante i vostri raid su Facebook e su NoiseFromAmerika.
Le riforme che guardavi dall'alto ed osteggiavi,
a fine aprile, velleità, davi del "commie" a Monti.
A casa poi scrivevi i tuoi commenti,
sacrificavi le tue diottrie curvo sul profilo di Boldrin.
Il PIL. Il PLI. "Andrò a Chicago a studiare
da Arnold Harberger, io ti assicuro che lo faccio,
o se non altro vado al parco e leggo la bio di J.P. Morgan."
Spietato e inesorabile è il saputo liberista,
persino o soprattutto in un ateneo del centro.
Tu fumavi ed ostentavi una malinconiaa
per Margaret Thatcher, che camminava sul carbone.
Le tasse. L'esprorio. Immagini che a te mettono ansia.
Le finte ansie. "Giuro, non c'è posto nel mio cuore
per un post in più su Facebook con quel Giannino alle nove del mattino."
"Mario Monti, tu mi odi e io lo so di non farci bella figura.
Sono il primo a riconoscere che se
solamente fossi stato più intransigente con lo spreco statalista,
non avrei fatto finta di niente."
La Billa. Tagliar la spesa. "Andrò da Pinochet a lavorare o a studiare.
Dirò ai miei genitori che è il mercato che mi vuole. Vedrai, vedrai, vedrai."
Dan Marinos