domenica 29 maggio 2011

Le onde radio si propagano ovunque ci sia un paio di cuffie per ascoltarle.

Claudio indica il posto dove fanno la migliore polenta con la lonza di maiale bollita. Dietro, il Mister in un momento di distrazione (spiegazione tratta da Cavallini P., Magritte e gli eredi del Surrealismo, pag. 143, Milano, 1963, Cairo Editroie) 

Da un lato del tavolo Claudio e la sua voce da DJ professionista, con quella sicurezza spavalda di giovane consapevole del proprio talento e tuttavia il velo di incertezza come dire: "per i soldi dovrò vendermi a quelli di Radio Kiss Kiss". Accanto a lui la presenza cast-awaytica (così dicono) del Mister, volto coperto dal gigantesco e catodico Mac, cuffiozze alle orecchie e bloc-notes dove segna la durata delle canzoni e tira sicuro le somme per misurare il tempo a disposizione, con la stessa sicurezza amarcord anni '90 di un padre che organizza i lati delle audiocassette da ascoltare in macchina.
Al lato opposto Dan Marinos, autore de L'Economostro ed ospite per una sera di Container, trasmissione di Yradio.it.  "Uno che ha un blog e ne parla male e poco!" è l'inconsueta ma quanto mai azzecata descrizione dell'evento secondo gli autori stessi del programma. Ma tant'è, Martedì 26 Aprile alle ore 21.00, per un'oretta circa, potrete godere finalmente non solo dei pensieri, ma anche della voce dell'autore di questo blog (pensieri per altro non necessariamente legati in maniera sensata alle parole verbali, ma che ci vuoi fare, c'è per tutti una prima volta).
Generalmente il "making of" viene sempre pubblicato dopo l'uscita della trasmissione, del film, del album, del calendario. Stavolta no: stavolta scriviamo una bella introduzione, come si fa con i libri d'autore. Si legga pure La coscienza di Zeno, ma senza una degna inquadratura iniziale non si può apprezzare affatto l'opera nè coglierne il messaggio. E allora, cominciamo col dare un numero: 1,3 . E' questo il rapporto "parolacce al minuto" (41 volgarità su 56 minuti audio, sebbene a questi vada tolto il tempo occupato dalle canzoni) che potrete gustare audendo il programma: certo, non sono stati lontanamente raggiunte le soglie record di certi film trash (di cui il buon Claudio è ghiotto) ma sono comunque cifre da capogiro.
Dopodichè viene l'ambientazione: una piccola saletta, il ripostiglio del comune e della biblioteca di Pianengo. Ecco anche spiegato il motivo della porta che non si può aprire, altrimenti scatta l'allarme e arriva la Polizia (o l'uomo nero, non ricordo, devo chiedere). All'interno della stanza, oltre che a due microfoni e tre mentecatti, due dei quali condividendo il cono si puzzavano addosso, v'erano presenti: numero una bottiglia di vino rosso, numero tre bicchieri di carta della Coca-Cola, numero qualche di scatoloni pieni di libri, tra cui numero imbarazzante di volumi e DVD di Scientology regalati alla bilioteca e relegati da questa in un posto dove non facessero male a nessuno.
Infine i contenuti, certamente italiani nonostante la forma americana del talk show radiofonico, rispettando così i canoni di La Rochelle. Italiani in quanto partono sì dagli argomenti passati e presenti del blog ma che introducono il futuro dello stesso secondo un'inquadratura più gossippara, con domande inattese all'autore (ovvero me medesimo immedesimato) circa le sue esperienze di vita vissuta e vivibile. Il tutto contornato da un'azzeccatissima ed enigmatica selezione musicale, da Battiato a George Harrison, dal Teatro degli Orrori a "non mi ricordo, che canzoni ho portato?". 
Un evento con l'apostrofo tra "un" ed "evento" insomma. D'altro canto non ci lascia sorpresi, conoscendo le capacità dei due conduttori di Container, il Cla e il Mister, nel campo dell'intrattenimento di massa e di sostanza. Quest'evento può essere la prova della raggiunta maturità del blog, pronto così a riflettori più grandi del lampione della statale dove fin'ora ha giaciuto: per questo motivo verrà data via, in conocomitanza alla trasmissione, ad una campagna pubblicitaria senza limiti, fors'anche con la creazione del gruppo su Facebook.
E se questa volta i dati auditel e dell'Economostro e di Container non schizzano alle stelle attraverso il passaparola di Voi lettori, veniamo a prendervi uno per uno e vi strappiamo le bocche. E a quel punto vedremo!

Dan Marinos
 
Articolo ri-postato tale e quale per ricordare quel paio di cuffie e quella matita che detta i tempi. Si aggiunga un libro che non si è riusciti a prestare, un concerto a cui non si è andati ed una grande stima.

domenica 15 maggio 2011

Filosofi ed amministratori, una faccia una razza

Il software SAP, ovvero: "se lo sapevo non lo facevo"


"Il linguaggio rappresenta un potente aiuto per la memoria. Attraverso i nomi è possibile infatti raccogliere le singole idee individuali delle cose percepite in classi dotate di una certa generalità."
E ancora: " Nella raccolta di informazioni, il modello di controllo ci spiega quali ci servono. Progettandolo, decidiamo il tipo di informazioni che desideriamo: la loro natura, la loro articolazione, la loro attendibilità, la loro tempestività."

Da dove ho preso queste frasi? Beh, la prima è tratta dal mio libro di filosofia delle superiori, nella spiegazione del convenzionalismo di Thomas Hobbes. La seconda invece dai miei appunti di Sistemi di programmazione e controllo. Le due materie - filosofia e P&C - apparentemente così distanti, sono legate da una stessa medesima caratteristica, ovvero il fatto che utilizzano parole così generiche che una volta girata la pagina non ti trovi in mano (ed in mente) un bel niente.
Sostanza e sistema. Deduzione ed amministrazione. Gnoseologia e controllo. Modello analitico. Tutte parole che ti lasciano un po' perplesso, quasi imbarazzato direi. Sono troppo generiche, hanno mille significati che sebbene  siano un poco diversi tra loro rendono comunque il discorso alquanto ineffabile.  Esempio: il controllo può essere seguito dalle parole gestionale, contabile, interno, esecutivo, economico... e per ognuno di questi aggettivi esso assume una certa sfumatura che tuttavia è percepibile solo con malloppi di campionari Pantone. 
Anche la filosofia è così complicata, perchè tutti i filosofi usano più o meno la stessa manciata di parole, però per lo meno si sono sbattuti assai a spiegare che diavolo voleva dire secondo loro sostanza, che differenza c'era tra noumeno e fenomeno, e se proprio non ci riuscivano si facevano pubblicità parlando coi cavalli, che per lo meno capiscono la differenza tra "hooop!" e "yyy-aaaahhh!!!". Io invece non ho ancora capito la differenza tra il sistema informativo e quello amministrativo: sono due uffici separati? Sono assieme? Si parlano ancora dopo quella volta alla festa in cui il primo si era ubriacato e aveva detto cose irripetibili al secondo per via di una gelosia repressa?
Da quello che so, il sistema informativo raccoglie i dati che poi l'amministrazione macina, contabilizza, gestisce, verifica, analizza, sintetizza in report. Affinchè la funzione amministrativa elabori le idee correttamente, occorrono tutti i gradi di affidabilità: esistenza, completezza, tempestività, classificazione e correttezza. Il metodo di Cartesio, presente nella seconda parte del suo Discorso, si basa su simili precetti: l'evidenza, la chiarezza, l'analisi, la sintesi, l'enumerazione completa. Grazie Cartesio, e grazie anche a te, Bacone, che mi racconti che il significato della distinzione tra strumenti informativi e pratici non è intesa come una demarcazione invalicabile tra momento teorico e momento pratico, ma, al contrario, si spiega attraverso l'inserimento della problematica applicativa in un testo di metodologia scientifica. Grazie di cuore: ora però fate i bravi e rimanete sotto la gamba corta del tavolo.
Filosofi ed amministratori....che due parole gustose come un bel bicchiere di acqua calda. Per lo meno i primi cuccano in qualche modo le ragazzine intelligenti e curiose; i secondi al massimo possono attrarre qualche vecchia per compilarle il 730. Ricordo dalle lezioni alle superiori che ogni volta che si iniziava un nuovo pensatore, le parole del libro erano: "il filosofo X criticava le idee di quello che c'era alla pagina precedente dicendo che il suo metodo si basava su presupposti sbagliati." E poi c'era chi scriveva le sue perle in sillogismi, chi in frammenti, chi faceva parlare tre tizi (uno stupido, uno intelligente, uno così così), chi faceva scalare infinite volte la montagna ad un tizio accompagnato da uno spirito metà nano e metà talpa. Eh, l'erba ti fa male se la fumi senza stile, diceva qualcuno. Invece nella loro noiosa vita da pensatori astratti gli amministratori sono d'accordo nel parlare con uno stile unico, ovvero attraverso dati formattati in campi come "numero", "prezzo", "nome_prodotto", "area", "centro_di_costo". Ecco forse l'unica cosa che mi è chiara dei sistemi di programmazione, amministrazione e controllo: in un mondo dove c'è bulimia e ridondanza di informazioni, i bravi controllers aggiungono nuovi database e li gonfiano di informzazioni soffocanti che spaccano il pelo del culo dell'uovo. Tutti dati necessari, per l'amordiddio, se si vuole essere trasparenti come la carta igienica della fatina turchina, ma che oh...ti mettono un'ansia addosso!
Enzo Mari, designer ed architetto italiano, in un intervista che consiglio di vedere (lo spezzone seguente parte dal minuto 3:40) dice:
Qualè il problema di oggi? Pensate alla tecnologia, alle regole...è la ridondanza. Miliardi di cose. Vengono dichiarate e raccontate. Tutte e anche il loro contrario, in un infinito di ripetizione. Ah internet, ah il computer, i dati...i dati? Tanti dati? Ma il problema dei dati oggi è eliminare il 99% dei dati. Non dico di eliminarli a scatola chiusa, ma di guardarli uno per uno e VAFFANCULO VAFFANCULO VAFFANCULO!....eliminare i dati che ci portano alla morte...ecco chi fa il mio lavoro è un po' matto.

E allora diventiamo matti!
Cara fata turchina, visto che la mia carrera professionale si avvicinerà più facilmente all'amministrazione che alla filosofia, desidererei tanto stare in un ufficio dove alla telefonata di quelli del controllo interno che urlano: "Sono state perse alcune anagrafiche-fornitori!!!" il mio capo divisione apra le braccia e dica: "Eh, pace...". Vorrei lavorare in un'azienda dove mi assumeranno anche se alla domanda: "Lei conosce il sistema SAP?" io rispondo: "Ma chi cazz' o' sap'!". Insomma fata turchina, ti prego, esaudisci i miei desideri: e dopo levati la carta igienica che t'è rimasta appiccicata alla scarpetta.

Dan Marinos



Ps: sto scrivendo questo articolo con in sottofondo la musica che steremood.com ha abbinato al mood da "programmazione e controllo": una serie di rumori yoga tipo xilofoni di bambù e campanellini che apparentemente sembrano suonare a caso ma che invece sono ben calibrati per zigrinarmi le balle. Ora cambio. Oh, grazie a dio dopo c'erano gli Inti-Illimani.


domenica 8 maggio 2011

Mi piace usare paint


A me piace molto giochicchiare con le immagini. Dopo un ennesimo weekend senza idee, stanotte ho sognato queste 2 sequenze ( + una, ma non ho fatto in tempo a svilupparla). De-gustatele cliccandoci sopra!



Dan Marinos

domenica 1 maggio 2011

Re-mixato ed altre favole moderne




"Ho visto un re, che piangeva..." diceva la canzone cantata da Jannacci e Fo. E anche: "ho visto un vescovo, che piangeva..." e "ho visto un ricco, che piangeva...". Io in questi tre giorni invece ho visto un (futuro) re, un vescovo (anzi, più di uno) e una ricca ragazza felici et emozionati da una giornata carica di emozioni. Mezzo mondo faceva festa per il matrimonio di William di Windsor e Catherine Middleton, mentre l'altra metà pregava commossa e gioiosa per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Il popolo della terra rideva con (e non "de") la Monarchia e la Chiesa; un grande segno di riconciliazione, cose che non si vedevano dalla riunione degli Stati Generali in Francia prima della rivoluzione francese, avvenuta a metà della quarta superiore. Poi durante i secoli il Terzo Stato ha riso ancora, grazie soprattutto all'esplosione della satira di massa, che un pò come tutte le cose di massa è accessibile a tutti a basso costo, rischia di diventare delle volte populista ed infine tende a crescere all'infinito più si avvicina alla velocità della luce. Insomma, prima di oggi i villani sempre allegri dovean (e volean) stare, un po' perchè il loro piangere fa male al re e al cardinale, un po' per non piangere anche loro e tirare avanti.
Venerdì, col matrimonio di W.C. (per la prima volta nei gadgets britannici la sigla della sposa viene messa prima dello sposo, chissà perchè) e oggi, con la beatificazione del Papa, c'è stata un'anomalia: il popolo ha volutamente ed energicamente festeggiato i loro antagonisti. Ma cazzo, dico io, che vi prende gente?! State guardando la diretta del matrimonio sul cellulare durante la lezione di Scienza delle Finanze??? E voi altri, state davvero piangendo una salma avvolta in mezzo PIL dell'Angola??? Ma domenica c'è la vostra festa, la festa dei lavoratori, e rinunciate così alla vostra unica celebrazione dell'anno!!!
Già un calendario beffardo ha mescolato, il 25 Aprile, la Festa della Liberazione e il Lunedì dell'Angelo: va bene, anche Gesù che si è liberato della morte merita la giusta celebrazione, e poi noi in Italia dei nazisti e fascisti non ce ne siamo proprio proprio liberati del tutto. Però che la Chiesa rubi anche i riflettori del 1° Maggio! Quanta confusione in queste date e in questi protagonisti che non fanno quello che la predestinazione (divina?) ha assegnato loro. Se tra duemila anni verranno trovati i resti di un edicola dei nostri giorni, cosa diavolo capiranno i futuri abitanti dell'Europico ( nato dopo l'invasione degli inuit dell' Artico), usciti freschi freschi dall'indipendenza dal grande impero cinese, dai frammenti di giornali bruciacchiati? Forse qualcosa del genere:

"Stamattina si è felicemente avverato il sogno di una ragazza comune, quello di sposare un beatificato. Grandi folle cantavano in piazza "Bella Ciao" vedendo passare la salma del papa di William nella Rolls Royce del '83 decimi di punti percentuali di disoccupazione in Italia. Durante la settimana precedente l'evento, le televisioni di tutto il mondo hanno mostrato la frase con cui il precariato ha chiesto la mano alla giovane ricca di famiglia (sperando, secondo le malelingue, in un matrimonio di convenienza): "Se mi sbaglierò, mi licenzieriete". Alla cerimonia c'erano tutti, vescovi vestiti che sembravano togati, politici spaventati da questo dressage, aristocratici con la banda decorativa e la banda popolare che suonava in un'altra piazza, con migliaia di nessuno proveniente da tutte le città che li ascoltava ai piedi del palco (ma la questura dice che non c'era neanche la banda). Molti i fotografi che hanno immortalato la gaffe di Victoria Beckam, che stringe la mano e da la benedizione a Pinochet nel 1987 (e molte più) morti bianche, scelte rispecchiando ovviamente il candore della torta nuziale secondo l'etichetta anglosassone; poi però si sono dimenticati di sviluppare i rullini. L'uomo venuto da un mondo bello comunista come la principessa Grace Kelly, con quel pizzo ricamato da migliaia di lavoratori del "made in Italy", rimaneva immobile nel suo feretro, cassa-integrato. C'erano lacrime di due miliardi di fedeli che si sono scambiati il segno della pace dandosi la mano, quella che fino al giorno prima era sporca di latte e olio industriale e che sul momento della beatificazione aveva le dita cicciottelle e l'anello non entrava. Poi però sono tornati subito a lavorare, che i negozi devono stare aperti se no la crisi che è entrata non riesce più ad uscire."


Dan "polemico ipocrita" Marinos