giovedì 1 novembre 2012

Il contratto d'affitto (altro che il cappotto di Gogol')

Quest'avventura mi ricorda....



Quel giorno d'ottobre, alle nove e venti, Nikolaj si recò al Comitato per la Partecipazione del Cittadino nello Stato in modo da registrare finalmente il contratto d'affitto della casa nella Grande Città, dove si era appena trasferito. In realtà doveva pensarci il padrone di casa, ma egli si trovava in Messico (per eliminare un noto dissidente antisovietico) per cui aveva delegato la pratica al neo inquilino, Nikolaj appunto.

Entrato, il giovane attese in maniera molto urbana che fosse il suo turno allo sportello centrale, dove gli sarebbe poi stato consegnato un numero e sarebbe stato indirizzato all'Ufficio di competenza.  Dopo circa un'ora, toccò a Nikolaj. L'addetta allo smistamento-pratiche diede un'occhiata ai documenti e disse: "Tovarish! Lei non ha pagato le tasse di registrazione! Deve recarsi in banca, versare il 2% del canone annuo e poi tornare qua, al Comitato! Ad ogni modo, mi ricorderò di lei, per cui non si preoccupi di fare nuovamente la coda." Nikolaj, avendo vissuto fino ad allora in campagna, pensava ingenuamente che le tasse, o meglio le partecipazioni del Cittadino nello Stato, andassero pagate nel Comitato stesso. "Pazienza", pensò; uscì dall'edificio e si recò alla prima banca nei paraggi. Effettuò il pagamento e si fece dare la ricevuta dalla gentile compagna che lavorava allo sportello.

Tornato alla Cancelleria delle Finanze del Popolo Supremo, Nikolaus si diresse immediatamente allo sportello: "Herr Nikolaus, cerchi di capire, il nostro popolo è ligio al dovere, e non posso davvero farla passare prima degli altri." Tuttavia il sangue di Nikolaus era affetto da geni italici che, si sa, non erano affatto efficienti come quelli del vero Popolo Supremo (e per questo, forse, egli avrebbe avuto problemi in futuro). Ad ogni modo, l'innata tendenza al crimine del giovane gli permise comunque di strappare un numero e di dirigersi verso l'Ufficio per l'Abitazione Suprema del Popolo Supremo. Qui Nikolaus incontrò ulteriori problemi: sulla ricevuta della banca era ben presente il timbro dell'istituto creditizio e la data di registrazione, ma mancava la firma della sportellista. Per questo motivo l'impiegata dell'Ufficio cercò di rifiutare i documenti, temendo che il pagamento non fosse in realtà stato effettuato. Il ragazzo disse: "Fraulein, se mi dà una biro gliela faccio io la firma, che tanto sono sempre degli scarabocchi". Allibita per la gran faccia tosta, tanto da registrare il nome del protagonista tra i sospetti impuri, la donna disse: "Herr Nikolaus, è forse uscito di senno!? Io comunque le credo che ha pagato, ma la mancanza della firma è qualcosa di formalmente inaccettabile. Tuttavia le verrò incontro". E così dicendo, scrisse sul retro della ricevuta che Nikolaus giurava di aver pagato, sottoscrivendo con la di lei firma tale dichiarazione. 

Il nostro eroe credeva di aver finito tutto, ché già era ora di pranzo, ma quando l'impiegata prese i bolli di registrazione le si drizzarono i capelli: "Herr Nikolaus, ma quando li ha comprati?" "Oggi, in tabaccheria. Perché?" "Non va assolutamente bene, Herr Nikolaus! I bolli vanno comprati prima della stipula del contratto. Qui vedo che il contratto è iniziato due settimane fa, per cui ora deve pagare la mora". "Ma scusi, se per la registrazione si ha un mese di tempo, perché mai dovrei comprare i bolli prima dell'inizio del contratto?" "Niente ma! Ora lei va in banca a pagare la mora di sette soldi del Popolo Supremo! E non si dimentichi di aggiungere un soldo per il bollo della certificazione energetica!". Inviperito, Nikolaus tornò alla banca, e pagò questa benedetta mora.

Al suo rientro all'Agenzia delle Entrate, Niccolò tornò all'Ufficio dove l'impiegata disse che la documentazione, nel frattempo, non era stata comunque accettata. "Ma come? Mi faccia parlare con il direttore!". Fez in testa e stivaletti militari, entrò il direttore dell'Ufficio, che si introdusse dicendo irrispettosamente: "Camerata, guardi, oggi ho un mal di testa... e beh, insomma, qua manca la firma della cassiera! La sua pratica è inaccettabile." "Ma se dietro c'è l'accettazione della sua collega, con la firma." "Ma lei potrebbe aver falsificato la firma della mia collega! Deve tornare in banca e farsi mettere la firma dalla sportellista. E siccome a quest'ora le banche han chiuso, e chiudiamo anche noi, la prego di tornare domani". Niccolò, ascoltando questa assurda frase, esplose. Pretese la registrazione della pratica immediatamente, altro che tornare il giorno dopo. Al che il direttore si inalberò, petto in fuori e mento pronunciato, e tentò di intimorire il ragazzo minacciando di chiamare il Du...no, scusate, il Direttore Maximo. "Nessun problema", disse spavaldo Niccolò, e venne all'istante spedito ai piani superiori, dove stava l'origine dei fili invisibili.

"Caro Niccolò" disse il Direttore Maximo in maniera paternale, in quanto - non dimentichiamolo - Padre della Patria e dell'Impero: "i documenti devono essere assolutamente ben formalizzati. Altrimenti sono problemi, soprattutto per te." "In che senso, Direttore?" "Beh, se per caso tra venti giorni scoprissimo che non hai pagato davvero, poi saremmo costretti a venirti a prendere e a farti pagare il doppio sottoforma di olio di ricino". Ma Niccolò non aveva paura, né della multa né dell'olio. Perché lui quella maledetta tassa l'aveva pagata, per cui sapeva che nulla gli sarebbe mai successo. Tornò nell'Ufficio registrazioni, accompagnato dal Direttore Maximo che avallò personalmente il deposito del contratto d'affitto. Erano le quattro e venti. Niccolò aveva viaggiato nella burocrazia per sette ore consecutive, pranzando solamente con un Twix.
Nel frattempo il Marinos aveva fatto richiesta per ottenere il pass per parcheggiare sulle strisce gialle. Ma non aveva ricevuto ancora risposta...


Dan Marinos


F.A.Qs:

D: Ma non potevate usare la cedolare secca e non pagare tutte quelle spese? 
R: Il padrone di casa vive da un pezzo in Messico e non ha idea di cosa sia una cedolare secca. E nemmeno io, del resto.

D: Ma non potevate fare la registrazione online?
R: Il padrone di casa ha da un pezzo richiesto all'Agenzia delle Entrate il codice di attivazione delle procedure online. Dopo un mese, superando il limite temporale entro il quale registrare l'affitto, tale codice (che l'Agenzia dovrebbe inviare per posta, secondo il padrone di casa) non è ancora giunto.

D: Questo rimando alle dittature novecentesche: non avrai mica copiato dalla stupenda vignetta di Makkox?
R: ............................................

1 commento:

  1. che dire ... ci son parole per commentare??? --- forse una sola .... allucinanteeeeeee!!!!!
    Alex...

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